20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Cinema & Film

Paolo Virzì rende omaggio alle donne e alla sua Livorno

Il regista ha presentato a Roma il film «La prima cosa bella»

ROMA - Paolo Virzì torna al cinema con La prima cosa bella, film corale e romantico ambientato nella sua Livorno, che il 15 gennaio sarà nelle sale e dovrà vedersela con la concorrenza di Avatar, che uscirà lo stesso giorno: «Certo è una lotta impari, ma anche io lo andrò a vedere, e probabilmente mi piacerà molto. - spiega il regista alla prima romana del suo film - Anche 'Titanic' mi era piaciuto. L'importante è che si possa scegliere tra un film innovativo e in 3D e uno che parla di umanità e famiglia, come il mio. Anzi - scherza - proporrò a Medusa di rifare La prima cosa bella in 3D».

Dopo aver raccontato i lavoratori dei call center in «Tutta la vita davanti», il regista toscano racconta la storia di una famiglia un po' strampalata, ambientata in provincia. «In un momento di crisi come questo, in cui ti senti senza fiducia e senza patria, quasi in esilio, ho sentito il bisogno di tornare nella mia Livorno. - ha spiegato il regista, che precisa - Io però non ho mai fatto film veramente politici, anche se non ho mai nascosto le mie simpatie per la sinistra. Preferisco raccontare storie all'interno delle quali fare osservazioni sulla società».

LA TRAMA - La protagonista della pellicola è Anna, una mamma vitale e sopra le righe interpretata da giovane da Michela Ramazzotti e poi da Stefania Sandrelli. Anna ha due bambini, Valeria e Bruno: quando il marito la molla per gelosia lei deve rinventarsi una vita, riesce a trovare mille soluzioni, anche grazie agli uomini che incontra, senza mai perdere la sua positività. I suoi bambini però subiranno le conseguenze di questa vita nomade: quando cresceranno le loro strade si divideranno e si rincontreranno solo da adulti (interpretati in questo caso da Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi), in occasione della malattia della mamma ormai anziana, che però non ha perso la sua allegria.

OMAGGIO A UNA DONNA - Il mio è un film gioioso, non è un film nostalgico - precisa il regista - Non è un amarcord, qui c'è un conflitto con il passato, l'interesse è puntato tutto su come va a finire la vicenda oggi.
Io volevo soprattutto rendere omaggio a una donna, una madre, innocente e un po' sciagurata, rendere omaggio alla forza di certe donne». Forza magnificamente interpretata dalla giovane Ramazzotti, che dice di essersi ispirata per la sua interpretazione alla Sandrelli di «Io la conoscevo bene» e «Mignon è partita», e dalla stessa Stefania, anziana, malata ma piena di vita.

Con questo film si piange e si ride continuamente e questo è il cinema che a me piace, questa è la commedia italiana di serie A» ha spiegato la Sandrelli. Sicuramente la forza della pellicola è nel grande cast, che realizza un film corale perfetto. «Lavorare insieme a questi attori è stata una festa, anzi soprattutto quando giravamo le scene più terribili morivamo dal ridere. - ha detto Virzì - In quella finale, la più tragica, io e Stefania eravamo praticamente ubriachi».