28 agosto 2025
Aggiornato 07:30
Il cantautore scatena le ire dei calabresi

Venditti: «Mai offeso la Calabria, terra che amo»

Le polemiche sul cantautore dopo dichiarazioni durante un concerto in Sicilia

ROMA - Il cantautore Antonello Venditti scatena le ire dei calabresi. In un video amatoriale, scaricabile da Youtube, l'artista romano in un concerto tenuto in Sicilia, introducendo il brano 'Stella', ha detto: «Ma perchè Dio ha fatto la Calabria? Io spero che si faccia il ponte, almeno la Calabria esisterà. Qualcuno deve fare qualcosa per la Calabria».

Immediate le reazioni politiche e dei cittadini che si sono coalizzati su Facebook creando gruppi contro il cantautore romano. Ma Venditti smentisce di aver offeso la terra calabrese. «L'ascolto integrale delle mie dichiarazioni attraverso il filmato pubblicato su YouTube, peraltro senza alcun consenso nè da parte mia nè da parte dell'organizzatore del concerto, rende il significato esatto delle mie parole. In quel concerto - spiega in una lettera pubblicata dal sito Strill.

it che ha innescato la polemica - ho dedicato 'Stella', una canzone-preghiera, alla Calabria, una terra che amo moltissimo ma che è, sotto molti profili, disagiata per notissimi problemi che ne pregiudicano il futuro sereno che invece meritano tutti i calabresi, soprattutto i giovani. In questo senso ho auspicato che 'qualcuno deve fare qualcosa'».

«La mia denuncia nata, lo ripeto, dall'amore per la terra calabrese e per le persone oneste che la abitano ha mutato il proprio significato attraverso il gioco di omissioni e tagli giornalistici alle dichiarazioni rese, nonché di commenti certamente non continenti che mi hanno descritto come un male al pari della 'ndrangheta (si veda il servizio pubblicato su www.cn24.tv, dal titolo 'La polemica: dopo la 'ndrangheta ci mancava Venditti')».

Venditti precisa inoltre «che il concerto si è svolto nell'estate del 2008 e non, come il sito Strill.

it vorrebbe far credere, 'la scorsa estate'». «Nell'estate del 2009 ho cantato nuovamente in Calabria, nell'area portuale di Corigliano Calabro, esprimendo ancora parole d'amore e di denuncia davanti a 100 mila persone. Tutti hanno capito ed applaudito. Ma se, come è evidente, si preferisce il silenzio di chi denuncia ciò vuol dire - chiude Venditti - che le parole possono ancora muovere le coscienze. Ciò di cui invece bisogna aver terrore è proprio il silenzio.