In Argentina Battisti e Baglioni furono censurati da dittatura
Sgraditi ai generali anche Paoli, Toto Cutugno e Nicola di Bari
BUENOS AIRES - Gino Paoli, Claudio Baglioni, Toto Cutugno, Nicola di Bari e Umberto Tozzi: sono gli artisti italiani censurati dalla giunta militare al potere in Argentina dal 1976 al 1983, che considerava i versi di alcune loro canzoni anti-occidentali e anti-cristiani.
La lista della Commissione - La Commissione Federale per la radiodiffusione argentina ha infatti pubblicato sul suo sito web la lista (ben sette pagine dattiloscritte) delle canzoni, o meglio dei testi, considerati indesiderabili: tra le vittime illustri la provocante Donna Summer, Rod Stewart, i Queen, Joan Baez, Pink Floyd, «Cocaine» nella versione di Eric Clapton (ma non l'orginale di J.J. Cale), il brasiliano Roberto Carlos e una «Kiss Kiss Kiss» di Yoko Ono, apparsa sull'ultimo album di John Lennon.
Oltre a una serie di cantanti argentini autori di pezzi a doppio senso («Una fetta di melone» deve aver fatto tremare più di un gallone), colpiti in particolare anche i cantautori spagnoli come Joan Manuel Serrat, politicamente impegnato, ma anche artisti innocui come Camilo Sesto o José Luis Perales.
Italiani - Quanto agli italiani, se «Ti amo» di Tozzi fece scalpore anche nel Bel Paese, è difficile stabilire quali valori patriottici o religiosi potesse mettere in crisi «Questo piccolo grande amore», a meno che «la maglietta fina» non sia stata considerata contraria ai regolamenti sull'uniforme.
Sul web: www.comfer.gov.ar/web/