29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
No Ztl

In piazza delusi, ma determinati nel chiedere un confronto ad Appendino: chi sono i No Ztl?

C'è chi li associa a CasaPound, chi prova a sfruttarne la rabbia: sono migliaia, e dopo l'apertura della sindaca, chiedono ad Appendino un confronto diretto sulla Ztl

TORINO - Tra i 25.000 di piazza Castello c'erano anche loro, in prima fila. Lo striscione srotolato e tenuto aperto sotto il palco ne identifica le ragioni della protesta: «No Ztl a pagamento». Un movimento formato da cittadini e non supportato da alcun partito, nonostante più volte sia stato accostato artificiosamente all’estrema destra. In pochi mesi, i «No Ztl» sono riusciti a portare al tavolo di Appendino oltre 8000 firme. Ecco perché, un movimento di simile portata, è difficile che non possa essere ascoltato. Ma chi sono davvero i «No Ztl"? 

IN PIAZZA, MA AMAREGGIATI - Ieri, come detto, il comitato ha partecipato alla manifestazione organizzata in piazza Castello. «E' stata la prima e potrebbe essere anche l’ultima volta» ci spiega il presidente Alberto De Reviziis. Un amore sbocciato in fretta, sulle ali di un entusiasmo dato dal malcontento, ma che rischia di essere già finito con la stessa rapidità. Il motivo principale? Nonostante le promesse, nessuno li ha fatti salire sul palco e parlare alla piazza. Né Mino Giachino, organizzatore della manifestazione, né le «7 madame» con cui non v'è mai stato purtroppo un vero e proprio rapporto. Delusi quindi, ma fino a un certo punto. Sì, perché nonostante non abbiano avuto modo di comunicare ai Torinesi il loro malcontento, quella piazza piena lascia ben sperare anche loro: «E' stato positivo vedere così tante persone, ma noi eravamo lì per le nostre ragioni e per contestare le scelte dell'Appendino, non del Governo» spiega De Reviziis. Una posizione condivisa anche dal «Comitato Torino in movimento»  di Federica Fulco che collabora con i no ztl nel quadro del Coordinamento comitati spontanei uniti Torino e che spiega: «Noi di Torino in movimento siamo scesi in piazza per le promesse non mantenute dalla Giunta, non certo per manifestare contro il governo o solo per la Tav»

NO STRUMENTALIZZAZIONI - In pochi mesi il Comitato «No Ztl» ha riunito virtualmente migliaia di persone, fisicamente centinaia sotto Palazzo Civico. In tanti hanno provato a screditarli o a sfruttarne la mediaticità. De Reviziis spiega: «In questa fase non vogliamo avere legami politici, non ne abbiamo. Se dovessero continuare le illazioni partiranno le querele. Qualcuno vuole politicizzare un movimento che è tutto meno che politico, è dei cittadini». Niente legami con CasaPound, quindi. Sbagliato anche pensare che ieri i NoZTL fossero in piazza per protestare contro il Governo. Ecco perché bisogna iniziare a guardare verso queste persone come semplici Torinesi con un'idea di Ztl diversa da quella proposta dall'amministrazione: un centro senza zone a traffico limitato, senza pedaggi o limiti di circolazione. 

LA RICHIESTA ALLA SINDACA - Quel che è certo è che la giornata di ieri, qualcosa ha significato. Pochi minuti dopo la manifestazione di piazza Castello, Chiara Appendino ha ribadito la volontà di ascoltare i Torinesi: «Questa è la porta dell’ufficio della Sindaca di Torino: è aperta e sempre lo resterà». Ecco, i «No Ztl» quella frase l'hanno recepita e immediatamente utilizzata per ribadire le loro richieste di un confronto più che mai necessario su un tema così importante. «Vogliamo essere considerati interlocutori dalla sindaca, al di là della petizione. Il comitato è l'unico che rappresenta anche i residenti e come tale è una realtà ormai istituzionalizzata, riconosciuta dai numeri e dai fatti. Chiediamo un confronto con Appendino, visto che ha detto che la sua porta è aperta». I «No Ztl» entreranno nell'ufficio della sindaca?