25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
cronaca

E se la Harley-Davidson producesse le sue moto proprio qui a Torino?

Il presidente dell’Unione Industriale di Torino ha inviato una lettera ad Harley-Davidson, per invitarla a considerare Torino come possibile nuova sede produttiva europea della multinazionale americana

TORINO - Cosa pensereste se la mitica Harley-Davidson producesse le sue moto direttamente qui da noi, a Torino? Non esattamente una chimera da raggiungere, dato che il colosso americano ha recentemente dichiarato di voler spostare parte della propria produzione fuori dagli Stati Uniti, a seguito dei primi effetti delle politiche commerciali statunitensi. L’Unione Europea ha, infatti, recentemente aumentato del 25% le tasse per l’importazione di motocicli statunitensi, in risposta alla decisione di Donald Trump di far crescere le tariffe su acciaio e alluminio europei.

HARLEY-DAVINSON A TORINO - Torino potrebbe essere la città giusta per ospitare una delle aziende più famose del mondo. A pensarlo e a crederci fermamente è Dario Gallina, presidente dell’Unione Industriale di Torino, che ha inviato una lettera a Matthew S. Levatich, CEO di Harley-Davidson, per invitarlo a considerare Torino come possibile nuova sede produttiva europea della multinazionale americana. «E’ una città con una spiccata vocazione metalmeccanica, un’ottima università scientifica, centri di ricerca, dotata di competenze di grande qualità e di molti giovani ben preparati», ha scritto Gallina nella sua lettera.

TORINO CITTA’ INDUSTRIALE - Il presidente dell’Unione Industriale di Torino ha poi puntato su una forte rete industriale automotive, «ricca di competenze tecniche e progettuali, abituata, da anni, a forniture just in time: un supporto ideale per chi intenda avviare una nuova produzione». Insomma, un chiaro messaggio al colosso americano che, nel caso in cui volesse trasferirsi nella nostra città, sarebbe ben accetto e accolto.

AZIENDE IN RALLENTAMENTO - Anche perché le cose, qui a Torino, a livello industriale, pare non stiano andando a gonfie vele. Nel comparto manifatturiero, il sondaggio di giugno registra un rallentamento dei principali indicatori, più marcato per le attese su produzione industriale, ordini ed export, più leggero per l’occupazione. Le indicazioni più favorevoli provengono dai comparti metalmeccanico (soprattutto meccatronica e prodotti in metallo) e delle industrie manifatturiere varie (gioielleria ecc.); buona tenuta anche per materie plastiche e alimentari. Boom per l’edilizia che, per la prima volta in 5 anni, registra valori positivi; ovviamente per parlare di un’inversione di tendenza occorrerà attendere le prossime rilevazioni.