30 aprile 2024
Aggiornato 07:30
movida

Vanchiglia e la questione movida: peggio di una fabbrica industriale

Decibel che sforano i limiti previsti addirittura delle zone industriali. Intanto in settimana è stato presentato il progetto per una zona 30

TORINO - Non basterà l’aggiunta di un articolo - per intenderci quello della vendita di alcolici d’asporto esteso a partire dalle 21, il famoso 44 ter - per tenere a bada la movida di Vanchiglia. Ne è convinto Luca Deri, presidente della circoscrizione 7 che lo scorso mercoledì ha dato comunque parere positivo alla modifica del regolamento di polizia urbana proposto dall’assessore Alberto Sacco. Ma che ora sta lavorando anche sulla spinosa questione dei decibel, chiedendo all’Arpa Piemonte di eseguire rilevazioni fonometriche per avere un quadro ufficiale dei dati.

DECIBEL DA FABBRICA - Rilevazioni che sarebbero già state fatte da un’azienda privata, su richiesta degli stessi abitanti. Nella zona il limite previsto è di 50 decibel nel periodo notturno, dalle 22 alle 6 del mattino. Secondo le rilevazioni fatte nelle serate dal venerdì al lunedì, i limiti vengono superati di 22 decibel. Di fatto, benché prevalentemente nelle serate del venerdì e del sabato, si raggiungono i 70-72 decibel, limite consentito solo nella zone industriali.

L’INTERVENTO DI AMIAT - Come srotolare il nodolo della matassa? «E’ chiaro che un articolo solo non basta (il 44 tre, ndr.) - spiega Luca Deri -. Ma è comunque importante affinché l’amministrazione prenda coscienza della gravità della situazione che versa a Vanchiglia. Sicuramente dobbiamo continuare a limitare l’apertura di nuovi esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande se inferiori a 50 metri quadrati ed eventualmente estenderli a 70 metri quadrati. Dobbiamo trovare una soluzione per piazza Santa Giulia perché a causa del parcheggio la spazzatrice Amiat non può passare. Cosa che darebbe un segnale concreto ai locali che è arrivato il momento di chiudere».

RIAPRIRE I MURAZZI - Nella delibera d’intenti firmata dalla circoscrizione 7 dello scorso autunno ci sono i punti (sono 10) che il quartiere ha chiesto per la quiete pubblica. C’è l’organizzazione di pattuglie per la sicurezza, la sosta riservata ai residenti, il passaggio di Amiat alle ore 3, il potenziamento dell’illuminazione pubblica e via di questo passo. L’obiettivo è, chiaramente, limitare la movida, diventata ormai insostenibile. «Dovrebbero essere attivati nuovamente i distretti del divertimento - continua Luca Deri -. Penso, ad esempio, ai Murazzi. Ci devono essere degli spazi appositi adibiti al divertimento in modo tale che questo non avvenga in mezzo alle case. Stiamo lavorando sull’organizzazione della sicurezza con pattuglie di polizia, vigili, carabinieri per presidiare il quartiere».

LA ZONA 30 - Intanto, lo scorso mercoledì, a Palazzo Civico, è stato presentato un progetto preliminare volto a decongestionare il traffico nel triangolo compreso tra corso Regina Margherita, corso San Maurizio e lungo Po Machiavelli. Un insieme di zone 30 e blocchi d’accesso per limitare il flusso di auto. Un progetto dal costo di 330mila euro che potrà partire grazie ai 200mila già disponibili dei fondi Pon Metro.