28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Arte e periferia

Barriera di Milano, i materassi abbandonati diventano «orti urbani»

Gli 'orti urbani' di Barriera si inseriscono all'interno di un ben più ampio progetto chiamato Opera Viva, nato nel 2008, che si occupa di arte, vita e di tutto ciò che è laterale, periferico e sommerso. Il racconto dell'artista

TORINO - C'è aria di primavera anche in Barriera di Milano, dove su alcuni materassi abbandonati da giorni in via Scarlatti sono apparsi dei fiori rossi e piccole piantine. E' l'inverno che se ne va a far sbocciare i fiori sui materassi? Non esattamente, si tratta dell'ultima trovata di Alessandro Bulgini, 'artista di quartiere' come lui stesso si definisce, nonchè cittadino che abita il quartiere periferico di Barriera Milano e che, quotidianamente, vede spuntare di fronte ai suoi occhi nuovi rifiuti.  

ARTE - «L'episodio dei materassi è l'ultimo dei tanti lavori fatti per parlare e far parlare di Barriera» ci ha spiegato Bulgini, «Sono anni ormai che cerco di portare luce in questo quartiere e lo faccio nei modi più inconsueti possibili: ho fatto cerchi per terra con i gessetti (come gli alieni nei campi di grano); sotto natale mi sono ricoperto di luci come fossi un lampadario... Ho imparato che le piccole cose, prese con ironia, sono molto più efficaci e fanno sentire le persone meno sole». Da qui l'idea, vedendo i materassi 'spuntare' come fiori, di farli diventare degli speciali orti urbani. «In Barriera di Milano gli orti urbani li facciamo così» afferma ironico Bulgini che raccontando come, in un solo giorno, siano apparsi ben 7 materassi prosegue: «Io non sono lo spazzino di quartiere, sono l'artista di quartiere, perciò sono intervenuto a mio modo, raccontando al pubblico la leggenda metropolitana delle 'piante-materasso'». 

BARRIERA - Gli 'orti urbani' di Barriera si inseriscono all'interno di un ben più ampio progetto chiamato Opera Viva, nato nel 2008, che si occupa di arte, vita e di tutto ciò che è laterale, periferico e sommerso. «Per me la vita è lì dove c'è la periferia» ci ha confidato l'artista, «Il centro è immobile, autoreferenziale, la periferia invece è tutta da reinterpretare e reiventare». A partire dalle piante materasso, aggiungiamo noi.