Il «Tesoro dei sinti», maxi operazione della Questura: sequestrate ville e auto di lusso
Duro colpo al clan Cena, una delle famiglie sinti più importanti di Carmagnola e Nichelino: patrimonio di 5 milioni di euro con truffe e furti
TORINO - Ville e auto di lusso, società e conti all’estero: un patrimonio milionario, messo da parte grazie a truffe milionarie, rapine e riciclaggio di denaro. E’ questo l’esito di oltre un anno di indagine portata avanti dalla Questura di Torino, che ha così smascherato le molteplici attività illecite portate avanti da una serie di famiglie sinti di Carmagnola e Nichelino appartenenti al clan Cena.
L’OPERAZIONE - L’operazione Sonacai, termine sinto per definire l'oro, ha visto l’impiego di circa 200 operatori della Polizia di Stato della Divisione Polizia Anticrimine, della Squadra Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine "Piemonte e Valle d'Aosta", del V Reparto Mobilee del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica. Il gruppo criminale era specializzato in truffe milionarie ai danni di aziende e traffico di opere d’arte rubate, ma non disdegnavano truffe ai danni di anziani e rapine ai portavalori. I beni sequestrati appartengono a 12 persone e hanno un valore complessivo di circa 5 milioni di euro tra conti correnti all’estero, case (9), auto, moto, roulotte, terreni (36), conti, polizze (7), carte prepagate (2) e cassette di sicurezza (1). Si è trattata di un’operazione molto complessa e articolata, con tanti cavilli burocratici da superare: i sinti infatti erano abilissimi a «far sparire» il denaro nei paradisi fiscali o comunque in altri stati.
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