23 agosto 2025
Aggiornato 08:00
Fondazione Torino Musei

La biblioteca della Gam non chiude, dalla Regione arrivano 350mila euro: salvi 12 lavoratori

Si è svolto presso l'assessorato del Lavoro della Regione Piemonte il tavolo di crisi per esaminare la situazione dei 28 lavoratori in esubero della FTM

TORINO - Piccoli ma significativi passi in avanti nella vicenda dei 28 lavoratori in esubero della Fondazione Torino Musei. Si è svolto questa mattina, martedì 9 gennaio, presso l'assessorato del Lavoro della Regione Piemonte il tavolo di crisi per esaminare i provvedimenti di licenziamento annunciati dal presidente Maurizio Cibrario prima di Natale. In questa occasione la parte del leone è stata fatta dall'assessore regionale alla Cultura, Antonella Parigi che ha annunciato la disponibilità a investire ulteriori 350mila euro a favore della Fondazione Torino Musei. Ma non è finita qui, Parigi infatti ha identificato come priorità il mantenimento delle attività della biblioteca e fototeca della GAM (Galleria d'Arte Moderna), mettendo così in sicurezza 12 dei 28 posti di lavoro a rischio e scacciando l'incubo della chiusura della prestigiosa biblioteca d'arte.

REGIONE - «La Regione si è impegnata, in virtù del suo ruolo, a garantire ulteriori 350mila euro» ha affermato Parigi al termine dell'incontro «Intendiamo mantenere aperta la biblioteca della GAM e preservare tutti i posti di lavoro, aspettando un progetto definitivo». Fatti salvi dunque, grazie al contributo regionale, i 12 dipendenti della biblioteca e della fototeca, cosa ne sarà degli altri? La Città di Torino, nella persona dell'assessora alla Cultura Francesca Leon, si è impegnata ancora una volta a favorire il processo di rientro nell'Amministrazione comunale per coloro che possono attivare, qualora lo vogliano, la clausola di salvaguardia. Al momento però pare che solo una persona abbia fatto ricorso a questa procedura. 

BORGO MEDIEVALE - Rimangono fuori dai conti ancora sedici lavoratori: di questi, tre fanno parte del Museo della Resistenza che verrà riassorbito dal Polo del '900 e 13 sono impiegati al Borgo Medievale. Se per i primi i sindacati sperano in un riassorbimento da parte del Polo, per i secondi la situazione è più complessa. E' confermato infatti che il primo di aprile il Borgo ritornerà al Comune di Torino, ma cosa accadrà in seguito è ancora nebuloso. «Non c'è una progettualità» lamentano i dipendenti del Borgo, «presumibilmente il Comune indirà un bando che affiderà il Borgo a terzi, ma non è chiaro se i lavoratori saranno inclusi o meno in questo progetto. Noi speriamo che nelle fasi successive si possa trovare un posto per questi 13 sempre all'interno del Borgo, ma il tempo stringe e aprile è imminente». Contemporaneamente la Regione interviene nuovamente con 2 milioni di euro (quelli del Cipe) per un primo progetto di fattibilità e per interventi di manutenzione straordinaria all'interno del Borgo.

FONDAZIONE - Sulla base di questi elementi, vale a dire il contributo extra da parte della Regione di 350mila euro e la prospettiva di non avere più, a partire da aprile, il Borgo tra le voci di bilancio, la Fondazione Torino Musei "rifarà i conti». Si procederà quindi a una verifica per determinare il fabbisogno di risorse necessario alla salvaguardia della totalità dei posti di lavoro e in merito alla continuità aziendale. Il tavolo di lavoro tra Comune, Regione e sindacati si riunirà nuovamente tra due settimane per un aggiornamento della situazione. «E' necessario attuare un percorso che dia solidità alla Fondazione: che favorisca la continuità aziendale, senza mettere in dubbio i posti di lavoro» ha concluso l'assessore Leon al termine dell'incontro. Intanto venerdì 12 gennaio, alle 15 i lavoratori della Fondazione Torino Musei si riuniranno in assemblea per valutare se proclamare o meno lo stato di agitazione.