Ingerisce pila dell’orologio e rischia la vita, il padre: «Non c’erano ambulanze per mia figlia»
Il genitore ha denunciato un medico dell’ospedale di Ciriè. La bambina, 6 anni, è stata operata due volte ma forse una poteva essere evitata. Il padre stesso ha dovuto portare la figlia al Regina Margherita
CIRIE’ - Sua figlia di 6 anni aveva ingerito la pila di un orologio e lui, che l’aveva prima portata all’ospedale di Ciriè, è stato costretto a fare una corsa contro il tempo per portarla con la propria auto al Regina Margherita dove la bambina è stata operata due volte, una per la rimozione della pila e una perché quest’ultima aveva perso dell’acido che aveva danneggiato alcuni tessuti interni. Il secondo intervento forse si sarebbe potuto evitare se solo l’ospedale di Ciriè avesse trasportato con un’ambulanza la piccola, ma non ce n’erano a disposizione e così il padre, marocchino di 32 anni, è stato invitato a portarla lui stesso a Torino e con urgenza. Un viaggio che però è stato talmente travagliato che il genitore alla fine ha sporto denuncia contro un medico della struttura sanitaria di Ciriè.
CORSA CONTRO IL TEMPO - Il padre ha raccontato che tra l’ingerimento della pila dell’orologio e la rimozione sono passate più di sette ore. Tanto tempo dovuto all’attesa di oltre tre ore al pronto soccorso, velocizzata dallo stare male della bambina, e dal viaggio verso il Regina Margherita molto travagliato e interrotto tre volte in tangenziale perché sua figlia ha iniziato anche a vomitare. Una situazione assurda, così l’ha definita il genitore quando sua figlia è dovuta essere operata due volte.
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