28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Dopo i fatti di piazza San Carlo

Resta grave Erika Pioletti: fallito il risveglio dal coma, si temono danni neurologici

La trentottenne travolta sabato sera dalla folla di piazza San Carlo è ancora in gravi condizioni. I parenti continuano a rimanere giorno e notte all’ospedale San Giovanni Bosco

TORINO - Tra i 1.527 feriti della folle notte di sabato in piazza San Carlo, Erika Pioletti è quella le cui condizioni rimangono più gravi. La donna, 38 anni, è ricoverata al San Giovanni Bosco: nella giornata di ieri i medici hanno provato a svegliarla dal coma, ma il suo corpo non ha reagito come speravano i medici ed è stata rimessa in coma farmacologico. Vano anche il secondo tentativo, propedeutico per farle un elettroencefalogramma che ha però avuto un esito alterato.

Travolta dalla folla insieme al compagno
E dire che Erika non è nemmeno tifosa di calcio, ma aveva in primis accompagnato il fidanzato in piazza per vedere la finale della Juventus. Lei, residente a Domodossola, aveva fatto oltre 100 chilometri per andare in piazza San Carlo e sperava di poter passare una serata di festa, nessuno avrebbe mai potuto pensare a un epilogo del genere. Quando la folla ha iniziato a scappare lei è stata travolta, la sua cassa toracica è stata schiacciata con conseguente arresto cardiaco. Prima di poterla trasportare all’ospedale San Giovanni Bosco i soccorritori hanno dovuto rianimarla per 40 minuti. Nonostante siano passati più di tre giorni da quel momento, Erika continua a rimanere in coma ed è troppo presto per dire se ha subito danni neurologici. «Non perdiamo le speranze», dicono i familiari che giorno e notte le stanno vicino, «i medici hanno detto che solo tra qualche giorno scioglieranno la prognosi, solo allora sapremo le sue reali condizioni».

Visita di sindaca e ministro
Prima la sindaca Chiara Appendino (lunedì) e poi il ministro dell’Interno Marco Minniti (ieri) hanno fatto visita a Erika Pioletti e ai familiari. Un piccolo gesto di solidarietà che però non cambia le sorti della trentottenne che per una vita ha abitato a Beura Cardezza dove vivono ancora papà, mamma, nonna e lo zio che, anni fa, ha giocato a calcio tra i professionisti in squadre ossolane e novaresi. Poi si è trasferita a Domodossola dove ora vive con il compagno e lavora nello studio «Canuto»