5 maggio 2024
Aggiornato 09:00
Incidente stradale

Ciclista travolto in via Bertola, bici incastrata sotto un Suv e sul web «piovono» polemiche

Sotto accusa l’incrocio tra via Bertola e via Botero. Per alcuni ciclisti è tra i più pericolosi di Torino e, per renderlo sicuro, servirebbe come minimo uno specchio parabolico

TORINO - Per fortuna nessuno si è fatto male seriamente, ma quello che si è rischiato ha mandato su tutte le furie coloro che quotidianamente percorrono quella pista ciclabile. In via Bertola, all’angolo con via Botero, un Suv Nissan nella giornata di ieri ha travolto un ciclista che stava viaggiando sulla pista ciclabile. Difficile stabilire se non sia stato rispettato il segnale di «Stop» o se si sia trattato di una fatalità, fatto sta che si è riaperto un dibattito sulla pericolosità di quel tratto.

Problemi di segnaletica e visibilità
Quello che automobilisti e ciclisti lamentano maggiormente è una segnaletica non chiarissima. Nonostante ci sia lo «Stop» per le auto che transitano in via Botero e un codice della strada che, in presenza di quadrati di colore bianco, dà la precedenza a chi è sul mezzo a due ruote, sembra che la confusione sia quotidiana. E poi c’è un secondo problema, quello della visibilità. In quel particolare incrocio gli automobilisti non riuscirebbero infatti ad accorgersi dell’arrivo delle biciclette se non andando qualche metro oltre il segnale di «Stop».

«C’è bisogno di uno specchio»
La foto, pubblicata sul gruppo Facebook «Torino Sostenibile», ha visto l’intervento di parecchie persone, molte delle quali attraversano quotidianamente via Bertola in bicicletta. «Io passo tutte le mattine e tutte le sere», commenta Mauro, «effettivamente le auto non si fermano quasi mai. Ci sono solo 2 soluzioni: ho elimini le auto o metti uno specchio». Ecco lo specchio parabolico, una soluzione poco costosa e che potrebbe dare secondo molti ciclisti una mano non da poco ed evitare incidenti. L’idea è avallata anche da chi invece quel tratto di strada lo percorre in auto. Così Carla: «Io passo quasi tutti i giorni in auto da via Botero. So che c'è la ciclabile e di mio vado abitualmente piano. Però vi assicuro che ogni volta spero che gli eventuali ciclisti rallentino, perché è davvero difficili vederli da quell'angolazione».