3 ottobre 2025
Aggiornato 02:00
Personaggi storici a Torino

Friedrich Nietzsche a Torino, l’episodio del cavallo che diede il via alla sua follia

Storicamente documento l’episodio che diede inizio alla pazzia che colpi il famoso filosofo tedesco negli ultimi anni della sua vita.

TORINO - Chissà quante volte passeggiando per via Carlo Alberto vi siete soffermati, anche solo per un secondo, a guardare la targa che si trova all’incrocio con via Cesare Battisti. La lapide recita: «In questa casa Federico Nietzsche conobbe la pienezza dello spirito che tenta l'ignoto, la volontà di dominio che suscita l'eroe», si legge nella targa che fu apposta nel 1944 in occasione del centesimo anniversario della nascita del filosofo tedesco, «qui ad attestare l'alto destino e il genio, scrisse Ecce homo, il libro della sua vita». L’alloggio nel quale abitò Nietzsche è quello al quarto piano di via Carlo Alberto 6. Di proprietà di Davide e Candida Fino, i gestori della rivendita di giornali in piazza, l’appartamento ammobiliato costava 30 mila lire al mese e si affacciava sulla piazza, proprio sopra l’ingresso della Galleria Subalpina.

Torino tanto bella quanto «letale»
Il soggiorno torinese del filosofo durò solo alcuni mesi, da settembre 1888 a gennaio 1889, ma fu sufficiente per scrivere alcune opere, tra cui spicca quella che da molti è considerata la sua opera più alta, «Ecce Homo». Nietzsche amava Torino e spesso nelle sue lettere riservava parole di elogio per la città. Purtroppo però la sua esperienza nel capoluogo piemontese non si concluse nel migliore dei modi anzi, fu l’inizio del declino che lo portò incontro alla morte nell’agosto del 1900.

L’episodio del cavallo
A Torino Nietzsche conobbe la pazzia. Tra il mito e la realtà l’episodio che diede il via al crollo mentale di Nietzsche: nel 1899 il filosofo uscendo di casa, vide un cocchiere fustigare a sangue il suo cavallo, furibondo inveì contro l’uomo e piangendo abbracciò l'animale, finendo addirittura per baciarlo; in seguito cadde a terra urlando in preda a spasmi credendo di essere «Dioniso» e il «signore di Torino». Alcuni giorni dopo l’accaduto lasciò la città per curarsi in direzione Basilea. Si dice che lasciò Torino cantando per Porta Nuova canzoni napoletane, convinto di essere il re d'Italia.

Tra il mito e la realtà
Non si sa se l’aneddoto del cavallo corrisponda al vero, quello che si sa per certo storicamente è che quel giorno Nietzsche svenne in piazza Carlo Alberto e che da allora iniziò a scrivere ai suoi amici e parenti i cosiddetti «biglietti della follia», delle lettere in cui si firmava come «Dioniso» o «il Crocifisso». La natura della sua follia rimane ancora parzialmente un mistero, data la plausibilità di tutte le ipotesi che vanno dal tumore cerebrale alla psicosi maniaco-depressiva o ancora, in un ambito meno medico e più filosofico, all'enorme sforzo creativo cui si sottopose negli anni precedenti.