Salta il Salone del Libro unico Torino-Milano, la rabbia della sindaca Appendino
La prima cittadina torna da Roma molto arrabbiata per come si è concluso l’incontro con gli editori, ma per nulla abbattuta. «Trent’anni di storia e di cultura del Salone Internazionale del Libro non si cancellano, si onorano»
ROMA - Niente da fare, l’accordo per il Salone del Libro unico tra Torino e Milano non si è trovato e adesso è rottura definitiva. La sindaca Chiara Appendino non le manda a dire al termine dell’incontro fatto a Roma a cui ha preso parte insieme al presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, ai ministri Franceschini e Giannini e al presidente degli editori Federico Motta, una delle persone che ha spinto di più affinché l’evento cambiasse città spostandosi nel capoluogo lombardo. «Se Milano avrà una fiera del libro, Torino farà IL Salone del Libro», commenta la prima cittadina uscendo dal vertice che sperava avesse un finale diverso. «Abbiamo provato a fare sistema ma le condizioni non erano accettabili. Trent’anni di storia e di cultura del Salone Internazionale del Libro non si cancellano, si onorano».
I punti su cui non si è trovato l’accordo
La Città di Torino si è presentata al tavolo con gli editori Aie e Fiera Milano con tre punti cardine per un accordo: il primo era quello di un Salone unico e non diviso tra «grossa libreria» sotto la Mole e appuntamenti succulenti a Milano, il secondo quello delle date uniche (come per MiTo musica) e il terzo punto era quello della governance unica. Tre punti per fare del Salone del Libro un appuntamento «unico», ricco di appuntamenti senza differenza di importanza tra le due città. «Il tavolo è saltato perché loro (l’Aie, ndr) non hanno rispettato le indicazioni proposte dai ministri, in particolare di mantenere a Torino uno spazio espositivo per gli editori, con attenzione a quelli indipendenti che hanno più volte manifestato la volontà di stare a Torino», ha commentato l’assessora alla Cultura del Comune di Torino Francesca Leon.
«Organizzeremo un Salone del Libro straordinario»
E’ stanca e arrabbiata Appendino all’uscita dall’incontro, ma pronta ad accettare la sfida. «Negli anni passati sono stati fatti degli errori ma Torino non si è mai tirata indietro di fronte alle difficoltà e lo abbiamo dimostrato con tre mesi di lavoro alla ricerca di una mediazione. Forti della nostra tradizione, con orgoglio e professionalità organizzeremo un Salone del Libro straordinario, fatto da persone che amano la cultura e la lettura». Il nuovo Salone partirà da lunedì prossimo, quando la prima cittadina convocherà l’Assemblea dei Soci e il Consiglio con l’intento di approvare il nuovo statuto per essere operativi, con il nuovo segretario della Fondazione, il prima possibile.
Chiamparino: «Davide può battere Golia»
A Roma si è presentato anche il presidente Sergio Chiamparino, anch’egli convinto di poter superare l’ennesima difficoltà. «Davide può battere Golia, non sarebbe la prima volta», ha detto, «Suggerirò al nuovo presidente della Fondazione, Massimo Bray, e al suo gruppo di lavorare su un grande evento che, pur mantenendo le caratteristiche proprie del Salone del Libro, abbia degli elementi che lo differenzino da quanto la Fabbrica del Libro e Aie stanno organizzando a Milano. Non possiamo accettare che il Salone degli editori si faccia a Milano e a Torino si faccia una grande libreria».
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