20 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Marrone e Leotta: «Andiamo da Guariniello»

Parco Dora, «dati shock» sul cromo sotto ai palazzi

Due anni di ritardo sulla bonifica che avrebbe dovuto eseguire la Cassa Depositi e Prestiti, e ben otto gli anni previsti per riportare i valori inquinanti entro i limiti di legge. Ma c'è di più: perché i valori inquinanti potrebbero essere molto più elevati di quello che si pensa

TORINO - Al Parco Dora il cromo fa sempre più paura. L'inquinamento rimasto nei terreni e nelle acque di Spina 3 dopo l'abbandono delle fabbriche è, purtroppo, cosa nota. Ma i dati forniti in questi giorni dagli uffici ambientali del Comune dopo le pressanti richieste del Comitato Spina 3 sono a dir poco inquietanti. Ad oggi, la bonifica dei due pozzi inquinati che Cassa Depositi e Prestiti doveva avviare sin dal 2013 con una iniezione di solfato ferroso non è ancora cominciata nonostante i numerosi solleciti dell'Amministrazione comunale. Un ritardo gravissimo, considerando che saranno necessari ben otto anni per riportare le concentrazioni di cromo esavalente sotto i limiti previsti dai requisiti di legge.

Il valore del cromo potrebbe essere 9 volte superiore ai limiti di legge
E c'è di più. Nell'area ex industriale Vitali, ora Parco Dora, «il timore del Comitato di cittadini è che i valori di cromo esavalente riscontrati nelle vasche siano addirittura in aumento» denunciano Maurizio Marrone e Fabrizio Leotta, capigruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale in Comune e in Circoscrizione 5. Il motivo di questo sospetto? Nell'agosto del 2011 il Comitato aveva rilevato, attraverso un'analisi effettuata a proprie spese presso un ente privato, un dato di cromoVI pari a 2,81 mg/l. In una lettera dell'Arpa il Comune parlava invece di 6 mg/l, riferito ad un campionamento effettuato il 23 aprile 2012. Questo valore, poi, non è da considerarsi "del tutto accettabile", come recita la lettera, visto che l'Arpa stessa segnala una tolleranza/incertezza del dato, in più o in meno, di 3 mg/l. «Il che – proseguono Marrone e Leotta – potrebbe, in estremo, portare il valore riscontrato a 9 (6 rilevato + 3 di tolleranza), quasi il doppio cioè dei valori di concentrazione massimi previsti dal D.lgs 152/2006».

La rassicurazione di Arpa e Comune: «Nessun rischio per la gente»
Già le prime informazioni riguardanti l'ex Vitali diffuse nel 2008 dall'Arpa e dal Comune avevano evidenziato una notevole presenza di metalli pesanti, e anche di cromo esavalente, nei terreni e nella falda sotterranea. Ma sia Arpa che Comune hanno sempre rassicurato la popolazione: «Le bonifiche effettuate escludono ogni possibilità che i residenti vengano in contatto con le sostanze inquinanti». Ma, come è ovvio, la gente tranquilla non è, tanto più se i valori fossero davvero 9 volte superiori quelli fissati per legge.

Marrone e Leotta: «Subito un esposto»
«A fronte dell'inerzia e dello scaricabarile tra Cassa Depositi e Prestiti e giunta Fassino che sta rimandando di un decennio la bonifica di un'area già adibita a parco pubblico», Marrone e Leotta non si fermano. Anzi, intendono presentare un esposto al pm Guariniello sui ritardi dell'eliminazione del cromo, «perché non eliminare le sostanze inquinanti – denunciano – equivale a continuare il potenziale avvelenamento dei cittadini torinesi di Spina 3».