3 maggio 2024
Aggiornato 02:00
Camera di Commercio di Torino

Spese delle famiglie torinesi: continua nel 2010 la decisa contrazione

Nel 2010 si assottiglia di circa il 10% la spesa che torna ai valori del 2005. Si spende meno in trasporti, beni durevoli, viaggi e vacanze. Alimentare ecasa tengono. Si rinuncia al biologico e all’equosolidale, mentre cresce per necessità l’acquisto a rate

TORINO - È stata presentata oggi a Palazzo Birago la quattordicesima edizione dell’Osservatorio sulle spese delle famiglie torinesi,indagine annuale della Camera di commercio di Torino, curata dal professor Luigi Bollani, docente di statistica presso l’Università degli Studi di Torino. Il progetto di ricerca è stato realizzato con la collaborazione di Ascom e Confesercenti e da quest’annoè condiviso con il CERIS-CNR. Lo studio monitora struttura e livelli della spesa sostenuta da un campione di240 famiglie torinesi, in base alle loro caratteristiche, individuando abitudini di acquisto e preferenze dei consumatori.
«L’indagine evidenzia nel2010 ancora difficoltà per l’economia delle famiglie, su cui le spese primarie arrivano ormai ad assorbire più di metà della quota mensile.–ha commentato Alessandro Barberis, Presidente della Camera di commercio di Torino- Di fronte alla diminuita capacità di spesa,oltre alle rinunce vengono messe in atto strategie di risparmio energetico,rilevate per la prima volta dall’indagine. Il primi sei mesi del 2011evidenziano timidi segnali positivi su cui rimane però l’incognita relativa agli effetti della manovra finanziaria».

I principali risultati
Anno 2010. Nel 2010 la crisi economica influenza decisamente la spesa media mensile della famiglia media torinese. La spesa passa da 2.493 (2009) a2.225 euro, con unacontrazionedel10,7%: un dato che riporta il livello ai valori vicini a quelli del 2005. La contrazione è dovuta soprattutto al comparto non alimentare (-11,5%), mentre quello alimentare diminuisce del 5,9%. Quest’ultimo che aveva guadagnato 26 euro medi mensili tra il 2008 e il 2009, resta ancora superiore di 8 euro rispetto ai valori del 2008. Tra i generi non alimentari quelli che soffrono di più sono il settore dell’abbigliamento (-25%), dei trasporti e comunicazioni (-20%), dell’istruzione(-20%) e della salute (-19%).
Primo semestre 2011. Il campione registra una spesa media mensile molto simile a quella del primo semestre 2010 con un lieve aumento (in termini nominali) del 2% circa, lo stesso ordine di grandezza del tasso di inflazione. È però rischioso azzardare previsioni a chiusura d’anno per il periodo di grave instabilità finanziaria e soprattutto per l’incertezza dell’impatto della manovra economica. I comparti che soffrono di più sono quello della ricreazione (-15%) e degli «altri consumi» (-11% : si tratta di consumi non strettamente indispensabili come assicurazioni, vacanze, pasti fuori casa,effetti e cura della persona). Si spende invece di più per istruzione (+19%),arredamento (+18%), utenze domestiche (+11%) e vestiario (+10%). La spesa per i generi alimentari è anch’essa in crescita (+7%) e recupera in parte la perdita,pur inferiore alla media, dell’anno precedente.