Un’idea si fa largo nel popolo milanista: “E se fosse meglio la permanenza di Berlusconi?”
I continui rinvii circa la cessione della società, i punti interrogativi sui nomi della cordata cinese, l’insicurezza generale, tutto converge verso un’ipotesi che prende sempre più corpo

MILANO - L’ha detto anche Angelo Colombo, ex centrocampista del Milan di Arrigo Sacchi campione d’Italia nel 1988 e d’Europa l’anno dopo: «A questo punto, visto che questa trattativa è incerta e non si chiude, mi auguro che il Milan se lo tenga Silvio Berlusconi». Questo il pensiero dell’ex calciatore, un’idea che solo la settimana scorsa sembrava strampalata, con la data del 3 marzo fissata per la definizione della chiusura con la cordata cinese e il Milan pronto per essere venduto e per cominciare una nuova vita con progetti ambiziosi dopo un quinquennio di stenti. E invece l’ennesima interruzione e l’ennesima proroga, probabilmente la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché ora i tifosi rossoneri hanno terminato la pazienza, ma soprattutto la fiducia; a poco sembrano essere servite, infatti, le rassicurazioni dei fratelli Berlusconi, Silvio e Paolo, circa il buon esito dell’affare, perché, spulciando sui social network ed ascoltando radio e televisioni, si evince come il popolo milanista sia stufo di non conoscere i nomi del consorzio che vuole la società, stufo delle difficoltà di far transitare i fondi dall’Asia all’Europa e stufo di potenziali acquirenti che promettono senza mantenere e, soprattutto, senza neanche palesarsi coi loro nomi e cognomi, nascondendosi dietro la sigla della Sino-Europe-Sports.
Per fortuna Silvio c’è
E così, ecco farsi largo una considerazione: a conti fatti, se i cinesi danno (anzi, non danno) tali garanzie, meglio lasciar tutto com’è, meglio affidarsi ancora a lui, a Silvio Berlusconi, all’inventore e fautore del Milan più vincente della storia. Pazienza se il Cavaliere abbia ormai un’età pensionabile e poco danaro da spendere, sempre meglio la sicurezza di una dirigenza capace ed esperta, piuttosto che il salto nel buio con una società che ha solo punti interrogativi, a cominciare da nomi e facce degli imprenditori che vorrebbero acquisire le quote di maggioranza. Nessun tifoso del Milan sano di mente pensa che Berlusconi possa ripetere le gesta di 20-25 o 30 anni fa, sa che il club, restando nelle sue mani, vivacchierebbe a ridosso della zona Uefa come nelle ultime cinque stagioni e sa che anzi le cose potrebbero, a lungo andare, perfino peggiorare, ma tutto sommato meglio questa mediocre sicurezza ad una totale incertezza. Forse alla fine i cinesi compreranno davvero il Milan, ma se ciò non dovesse avvenire, il grande trionfatore sarebbe proprio lui, Silvio Berlusconi, che potrebbe presentarsi impavido, altezzoso e tronfio al cospetto del mondo rossonero affermando con fierezza: «Come me nessuno mai alla guida del Milan». E onestamente, a questo punto, dargli torto sarebbe anche difficile.