19 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Calcio

Un’idea si fa largo nel popolo milanista: “E se fosse meglio la permanenza di Berlusconi?”

I continui rinvii circa la cessione della società, i punti interrogativi sui nomi della cordata cinese, l’insicurezza generale, tutto converge verso un’ipotesi che prende sempre più corpo

Silvio Berlusconi, presidente del Milan dal 1986
Silvio Berlusconi, presidente del Milan dal 1986 Foto: ANSA

MILANO - L’ha detto anche Angelo Colombo, ex centrocampista del Milan di Arrigo Sacchi campione d’Italia nel 1988 e d’Europa l’anno dopo: «A questo punto, visto che questa trattativa è incerta e non si chiude, mi auguro che il Milan se lo tenga Silvio Berlusconi». Questo il pensiero dell’ex calciatore, un’idea che solo la settimana scorsa sembrava strampalata, con la data del 3 marzo fissata per la definizione della chiusura con la cordata cinese e il Milan pronto per essere venduto e per cominciare una nuova vita con progetti ambiziosi dopo un quinquennio di stenti. E invece l’ennesima interruzione e l’ennesima proroga, probabilmente la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché ora i tifosi rossoneri hanno terminato la pazienza, ma soprattutto la fiducia; a poco sembrano essere servite, infatti, le rassicurazioni dei fratelli Berlusconi, Silvio e Paolo, circa il buon esito dell’affare, perché, spulciando sui social network ed ascoltando radio e televisioni, si evince come il popolo milanista sia stufo di non conoscere i nomi del consorzio che vuole la società,  stufo delle difficoltà di far transitare i fondi dall’Asia all’Europa e stufo di potenziali acquirenti che promettono senza mantenere e, soprattutto, senza neanche palesarsi coi loro nomi e cognomi, nascondendosi dietro la sigla della Sino-Europe-Sports.

Per fortuna Silvio c’è

E così, ecco farsi largo una considerazione: a conti fatti, se i cinesi danno (anzi, non danno) tali garanzie, meglio lasciar tutto com’è, meglio affidarsi ancora a lui, a Silvio Berlusconi, all’inventore e fautore del Milan più vincente della storia. Pazienza se il Cavaliere abbia ormai un’età pensionabile e poco danaro da spendere, sempre meglio la sicurezza di una dirigenza capace ed esperta, piuttosto che il salto nel buio con una società che ha solo punti interrogativi, a cominciare da nomi e facce degli imprenditori che vorrebbero acquisire le quote di maggioranza. Nessun tifoso del Milan sano di mente pensa che Berlusconi possa ripetere le gesta di 20-25 o 30 anni fa, sa che il club, restando nelle sue mani, vivacchierebbe a ridosso della zona Uefa come nelle ultime cinque stagioni e sa che anzi le cose potrebbero, a lungo andare, perfino peggiorare, ma tutto sommato meglio questa mediocre sicurezza ad una totale incertezza. Forse alla fine i cinesi compreranno davvero il Milan, ma se ciò non dovesse avvenire, il grande trionfatore sarebbe proprio lui, Silvio Berlusconi, che potrebbe presentarsi impavido, altezzoso e tronfio al cospetto del mondo rossonero affermando con fierezza: «Come me nessuno mai alla guida del Milan». E onestamente, a questo punto, dargli torto sarebbe anche difficile.