25 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Calcio

Gambaro: “Se i cinesi compreranno il Milan vorranno comandare da soli”

L’ex difensore milanista è scettico circa una possibile convivenza fra la nuova proprietà asiatica e Silvio Berlusconi. Ma è davvero così importante la presenza dell’attuale presidente?

MILANO - Quindici giorni decisivi. Lo dicono le carte, lo ha confermato Silvio Berlusconi: due settimane per dare un nuovo volto al Milan e restituire vita ad un club essiccato, pronto a spegnersi definitivamente. «Se resto io faremo una squadra di giovani e italiani». La traduzione di queste terrificanti minacce di Berlusconi è «Se resto io andiamo in serie B», ed è, purtroppo per i tifosi milanisti, questa la prospettiva nel caso in cui saltasse la trattativa con la cordata cinese per la tanto sospirata cessione della società milanese. Occhio però alle condizioni dettate dall’attuale presidente che vorrebbe rimanere al timone del Milan per altri tre anni e magari mettere bocca anche sul mercato e sulla scelta degli allenatori; ma la nuova proprietà è pronta ad assecondare tali richieste? Secondo Enzo Gambaro, difensore rossonero di inizio anni novanta, assolutamente no: «I cinesi non amano fare molta pubblicità quando trattano un acquisto - afferma l’ex calciatore - anzi, loro firmano, comprano e poi parlano. Inoltre sono abituati a comandare una volta insidiati, non ammettono molte intrusioni sulla loro gestione».

Vendere è vitale

 E’ fondamentale che il Milan venga ceduto il prima possibile, anche senza aspettare questi quindici giorni, per scegliere l’organigramma societario, l’allenatore ed iniziare a fare mercato, un mercato vero e non al risparmio come accadrebbe nella scellerata ipotesi di una mancata vendita; Berlusconi ha recentemente dichiarato di essere giunto al capolinea e, nonostante lo abbia capito con quattro anni di ritardo, ci è finalmente arrivato. Bene, che ora venda, senza se e senza ma, che lui  resti presidente onorario o meno, è del tutto irrilevante, ciò che conta è l’inizio di una nuova era, di una nuova epoca vincente, di un rilancio, con una presidenza facoltosa, senza inutili propositi di Milan giovane, di una banda di boy scout in gita domenicale, perché il calcio è un’altra cosa. I tifosi hanno smesso di sperare, di aver fiducia, nessuno crede più a nulla: cedete questa società fin quando ci sarà ancora qualcosa da salvare.