19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
All'indomani della squalifica

Malagò: «Sono divertito»

Il presidente del CONI commenta lo stop della Disciplinare: «Il mondo dello sport si deve interrogare su certi dirigenti che continuano a ragionare con mentalità che sono fuori dai tempi di oggi. Se non potrò più entrare in piscina per assistere alle gare della Pellegrini vuol dire che faremo insieme qualche corsetta al Paolo Rosi così ci alleniamo».

ROMA - «Qualsiasi commento sui sedici mesi di squalifica è superfluo. Siamo sereni e quasi divertiti per il non senso di tutto questo. Secondo me il mondo dello sport non solo è rimasto sorpreso, ma si vergogna di quello che è successo ieri. Il mondo dello sport si deve interrogare su certi dirigenti che continuano a ragionare con mentalità che sono fuori dai tempi di oggi». Lo ha detto stamane Giovanni Malagò a Roma all'indomani della squalifica di 16 mesi inflittagli dalla Disciplinare della Federnuoto, in quanto tesserato per l'Aniene, per aver espresso in Giunta CONI giudizi ritenuti lesivi della reputazione della Federnuoto in merito a una presunta doppia fatturazione della Fin.

SIAMO MOLTO TRANQUILLI - «E' la dimostrazione - aggiunge Malagò - che nell'aver portato avanti la riforma della giustizia sportiva siamo nel giusto. Siamo molto tranquilli». Malagò parla di dovere istituzionale nella denuncia fatta. «Ricevo tonnellate di messaggi che chiedono come sia possibile una cosa del genere e rispondo che è molto semplice. Gli uffici del Coni riferiscono che c'era un problema, io riferisco il problema come lo hanno riferito. E' un mio dovere istituzionale di vigilanza. Sono un funzionario pubblico e sono obbligato a fare certe cose».
«Purtroppo - continua Malagò - per tanti anni in questo Paese ci si è dimenticati che si doveva rispettare certi ruoli e sono stato eletto anche e soprattutto perché sono le mie caratteristiche e le mie volontà e credo di rispettare in pieno le esigenze di tutto il mondo dello sport».

VADO D'ACCORDO CON IL MONDO - Malagò ha ricordato che «questi verbali sono stati dati a un procuratore che ha deferito e il primo grado giustizia sportiva ha combinato quello che ha combinato semplicemente perché sono un tesserato, orgogliosamente tesserato di una federazione come tante altre, come dirigente di un'associazione sportive e come praticante». Una questione personale con il presidente Barelli? «Io vado d'accordo con il mondo, non penso sia un mio problema. Se non potrò più entrare in piscina per assistere alle gare della Pellegrini vuol dire che faremo insieme qualche corsetta al Paolo Rosi così ci alleniamo». Cosa ne pensano all'estero? «Sanno che nel nostro paese c'è molta voglia di fare qualcosa di diverso e che ci sono dei dirigenti sportivi che non si sono adeguati a quelli che sono i tempi che viviamo».