Scherma, i maestri italiani scelgono l'estero. La delusione del Presidente Scarso
«Siamo impotenti dinanzi a questa emorragia di tecnici italiani all’estero». Così il Presidente della Federazione Italiana Scherma, Giorgio Scarso, alla luce dell’ennesimo tecnico azzurro che, in virtù di offerte economiche assai allettanti, sceglie di lasciare l’Italia per guidare atleti di altre Nazionali
ROMA - «Siamo impotenti dinanzi a questa emorragia di tecnici italiani all’estero». Così il Presidente della Federazione Italiana Scherma, Giorgio Scarso, alla luce dell’ennesimo tecnico azzurro che, in virtù di offerte economiche assai allettanti, sceglie di lasciare l’Italia per guidare atleti di altre Nazionali. Massimo Omeri, maestro da oltre 10 anni dell’olimpionico di fioretto Andrea Cassarà, ha infatti interrotto il rapporto con l’azzurro e con la società Schermabrescia, accettando di trasferirsi ad Hong Kong per guidare la scherma di quel Paese.
«Non entriamo nel merito delle scelte personali – dice il vertice federale – ma non possiamo non esprimere il nostro rammarico nell’assistere ad un processo di depauperamento della scuola magistrale italiana che rappresenta uno degli elementi fondamentali per garantire alla scherma azzurra di mantenere lo standard d’eccellenza. Oggi i maestri italiani sono 'prede ambite' e ricevono proposte lusinganti ed offerte allettanti. Di contro - continua Scarso - la scherma italiana non può che applaudirli, lusingarli, celebrarli ma sicuramente non ricompensare la loro opera, se non con un gettone di poche decine di euro per ogni giornata in cui sono convocati a seguire gli atleti azzurri sulle pedane internazionali. Si badi bene, un maestro che lascia il nostro Paese non è un problema esclusivo della scherma azzurra, bensì dell’intero sport italiano. E’ amaro rendersi conto di essere impotenti e fa rabbia poter disporre solo dell’amor di Patria quale strumento di concorrenza a fronte di cifre, in alcuni casi fuori mercato, che vengono offerte ed a cui è difficile, se non impossibile, dire di 'no'».
«Apprezziamo quindi - conclude il vertice federale - chi sceglie, ogni giorno, di rimanere in Italia per continuare a coltivare l’immenso vivaio della scherma azzurra, ci rammarichiamo ma non giudichiamo chi invece sceglie di accettare le offerte dall’estero e chiediamo allo sport italiano uno scatto d’orgoglio che permetta di alzare la testa e difendere il proprio patrimonio. Nessuno potrà domani festeggiare raccolti, se manca chi oggi getta il seme!»