Mourinho «il modesto»: Benitez all'Inter non deve faticare come me
L'allenatore del Real Madrid: «Il suo non è un lavoro, è un sogno». Cambiasso: «La continuità e il gruppo sono la nostra forza»
MADRID - Dall'alto della sua universalmente riconosciuta modestia, Jose Mourinho torna a stuzzicare il suo successore sulla panchina dell'Inter, Rafael Benitez, suggerendo per l'ennesima volta, in questa occasione interpellato dagli inglesi di Sky Sports, come lo spagnolo «non dovrà faticare» tanto quanto lui per far vincere i nerazzurri. «Lui ha già tutto pronto, società e giocatori: il suo non è un lavoro, è un sogno», ha detto il vate di Setubal. Che, come noto, ha abbandonato l'Inter dopo avere vinto scudetto e Champions League, nonostante fosse ancora legato da un contratto, per andare ad allenare il Real Madrid. «In un mese ha possibilità di vincere Supercoppa italiana e Supercoppa europea, e in più la Coppa intercontinentale. E' il paradiso».
DIFFERENZA DI SPESSORE - Tutti concetti per altro già più volte esposti da Mourinho e ormai venuti alla noia, ma ai quali, con una eleganza ed una coerenza al portoghese evidentemente sconosciute, Benitez non ha mai risposto. «Vincono la società e i giocatori, lo fanno da 5 anni», si era limitato ad osservare lo spagnolo prima della (vittoriosa) partita di Supercoppa italiana contro la Roma. «Un allenatore che arriva in un nuovo club di solito deve costruire la squadra, Benitez no», ha detto Mourinho. Che, come sempre, ama molto parlare del lavoro degli altri. «Poteva restare all'Inter, come prevedeva il milionario contratto che aveva firmato», potrebbe rispondergli Benitez. Ma, ci si può mettere la mano sul fuoco, vista la differenza di spessore, non lo farà mai.
CAMBIASSO - L'aspetto che rende l'Inter una squadra così vincente è rappresentato innanzi tutto «dalla continuità» di rendimento ed Estaban Cambiasso conferma che, nonostante il cambio di panchina, con lo spagnolo Rafael Benitez subentrato a Jose Mourinho, i nerazzurri non cambieranno attitudine. «Vogliamo ripeterci», ha detto a Sky il centrocampista argentino. «Sicuramente il gruppo è molto importante, soprattutto nei momenti di sofferenza perché in tutte le annate ci sono i momenti di difficoltà ed è lì che bisogna compattarsi e cercare di andare avanti correggendo gli errori e puntando sui punti forti».
E poco cambia tra lo spogliatoio del portoghese a quello che si troverà a gestire lo spagnolo. «Il gruppo ha sofferto piccole variazioni, ma quando rimane una maggioranza di giocatori rispetto all'anno precedente, le cose sono sempre simili», ha confermato Cambiasso. «Poi, quanto ai metodi di lavoro, sicuramente cambia qualcosa però si cerca di mantenere una continuità perché non si può cambiare tutto in un colpo».