20 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Dopo la morte del georgiano Kumaritashvili

La pista di slittino è stata modificata

Le gare confermate ma con partenza abbassata

VANCOUVER - La pista di slittino di Whistler è stata scagionata dalla veloce indagine condotta dalla federazione internazionale dello slittino e dal comitato dei Giochi di Vancouver. La morte del georgiano Nodar Kumaritashvili, 21 anni, nelle prove di ieri è stata causata da un errore dell'atleta. Il verdetto è questo: però, oltre alle modifiche a quel punto del lato sinistro del budello di gara si è deciso di «cambiare il profilo del ghiaccio» e di alzare le protezioni. Il tutto è avvenuto con la massima velocità quando in Italia era notte. L'indagine comunque dimostra, sostengono ancora federazione e comitato dei Giochi, che l'incidente è frutto di un errore umano e che «non ci sono indicazioni che portino ad ipotizzare carenze della pista».

Nel particolare l'inchiesta ha stabilito che Kumaritashvili sarebbe uscito in ritardo dalla penultima curva senza riuscire a compensare il suo errore di posizione: «Questo - sostengono le autorità sportive - ha portato ad un ingresso ritardato nella curva 16 e pur tentando di correggere il problema, l'atleta alla fine ha perso il controllo del suo slittino, con il risultato del tragico incidente».

Le due manche della prova maschile, in programma tra le 2 e le 4 in Italia, si svolgeranno regolarmente ma la partenza sarà abbassata sulla linea pensata per la corsa femminile. I giudici hanno anche modificato la curva finale dove è avvenuto l'incidente; è stato montato un muro aggiuntivo in legno su travi di acciaio.

Le modifiche, però, sarebbero state effettuate principalmente tenendo conto della «componente emotiva», più che per un effettivo rischio per gli atleti. E' quanto ha spiegato il presidente della federazione di slittino Josef Fendt. La pista di Whistler, secondo gli organizzatori delle Olimpiadi la più veloce del mondo, negli ultimi giorni aveva indotto diversi atleti a sollevare perplessità e timori. Alcune curve prima dell'incidente dell'atleta georgiano erano state ribattezzate con nomi eloquenti, da 'Shiver' (Brivido) a 50-50 (come le possibilità di uscirne indenni). Ma Fendt ha precisato che la federazione «non ha mai detto che la pista è troppo veloce».