23 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Formula 1

FOTA annuncia esodo, FIA minaccia azioni legali: E' un bluff

Dalle parole alle minacce nero su bianco, lo scontro continua

SILVERSTONE - Nel braccio di ferro tra le marche (le scuderie) ed il marchio (la Formula 1) la novità c'è: si va avanti così, con uno scontro frontale che ieri, quantomeno, ha portato a mettere nero su bianco le minacce finora solamente agitate dietro entrambe le barricate. A sette giorni dalla scadenza del primo ultimatum sulle iscrizioni al Mondiale 2010, la Federazione Internazionale dell'Automobile ha chiuso il secondo giorno del giudizio con un nuovo nulla di fatto, sventolando lo spauracchio dei tribunali in risposta all'annuncio dell'esodo diffuso nella notte dalla Fota, l'associazione delle scuderie opposte al tetto che il presidente della Fia Max Mosley vuole imporre alle spese dei team.

PARTITA A POKER - Il giorno della rottura, o l'ennesima mano di una estenuante partita di poker, inizia con la mossa delle otto scuderie della Fota. Ferrari, McLaren, Renault, Toyota, BMW Sauber, Brawn GP, Red Bull Racing e Toro Rosso prendono atto del fallimento dei negoziati e fanno sapere di avere una sola «alternativa», la creazione di «un nuovo campionato che rifletta i valori dei suoi partecipanti e dei partner». Le scuderie, che rifiutano la filosofia di Mosley (maggiore equilibrio, abbattimento dei costi e campionato più accessibile a nuove entità), preannunciano un Mondiale «trasparente» e meno oneroso per i tifosi. Non solo, i team della Fota promettono anche un Mondiale in cui «sarà della partita» una buona fetta di «piloti, star, marche. sponsor, promotori e società legate alla storia di questo sport». Ovvero alla storia della Formula 1, fiore all'occhiello e motivo principale dell'esistenza della Fia.

LA FIA MINACCIA AZIONI LEGALI - La replica della federazione parigina arriva nel pomeriggio, con una manciata di righe che da una parte annunciano l'avvio di azioni legali e dall'altra congelano la pubblicazione della entry list definitiva dei team iscritti al Mondiale 2010. La frattura tra i team e la Fia, oggi più che mai, appare profonda ma non insanabile e la sensazione di un continuo prendere tempo, da parte di entrambi gli schieramenti, si fa sempre più netta. La frattura c'è, soprattutto tra la Fia e la Ferrari (oggi nuovamente accusata di violazione di obblighi contrattuali), ma probabilmente a vincere - almeno al momento - è la paura di lasciarsi. Perché ora è davvero difficile capire se sia più debole un campionato improvvisamente orfano dei marchi storici di Ferrari e McLaren o, invece, un gruppo di scuderie blasonate costrette a privarsi dell'appeal, della storia e dell'immediatezza della griffe motoristica per eccellenza, la Formula 1.

ECCLESTONE TRANQUILLO - Il patron del Mondiale, Bernie Ecclestone, ha manifestato tranquillità ben prima della presa di posizione della Fia. «La Formula 1 esiste da sessant'anni e con noi hanno corso una sessantina di team, si continua senza problemi», ha detto Ecclestone questa mattina arrivando sul circuito di Silverstone per assistere alle prove libere del Gran Premio di Gran Bretagna, settimo appuntamento stagionale.

MOSLEY PARLA DI BLUFF - Poi, dopo l'annuncio della battaglia legale, la sicurezza di Mosley, che in un'intervista alla Bbc si è detto certo della vittoria nel braccio di ferro contro le scuderie della Fota affermando che la Ferrari e gli altri sette team ribelli non riusciranno a creare i presupposti per la creazione di un campionato parallelo. «Siamo stati costretti ad adire le vie legali», ha detto Mosley, «tutto rientra nell'iter della vicenda, ma quando loro torneranno in possesso delle loro facoltà mentali questa storia finirà». Mosley ha accusato i team della Fota di portare avanti un vero e proprio bluff: «Si tratta di una recita, ma è una recita che finirà prima dell'inizio del 2010 e prima della prima gara della prossima stagione, a Melbourne», ha detto il presidente della Fia. Secondo Mosley l'ipotesi di un addio alla Formula 1 da parte delle otto scuderie della Fota è irrealistica: «Non riusciranno ad ottenere l'appoggio necessario e torneranno indietro», ha spiegato il presidente della Fia.

Lo scetticismo circa l'allestimento in fretta e furia di un campionato parallelo è diffuso e, senza contare i vincoli che secondo la Fia legherebbero la Ferrari alla Formula 1 (e non, ad esempio, McLaren e Renault), si fonda essenzialmente su questione finanziarie. La scuderia Williams, che insieme alla Force India fa da spettatrice alla querelle tra Fota e Fia, si è espressa attraverso l'amministratore delegato Adam Parr: «Al momento sarebbe molto difficile ottenere incassi grazie alle sponsorizzazioni», ha detto il dirigente del team britannico.

All'aspetto legato agli sponsor va aggiunta la questione dei contratti televisivi. In Italia la Rai ha un contratto con la Formula 1 fino al 2011, mentre l'intesa triennale tra Ecclestone e Sky Sport si chiuderà al termine di questa stagione.

Nell'attuale contratto tra la Formula 1 e Sky Sport non sono previste clausole legate alla competitività o alla presenza di determinate scuderie. L'unica richiesta specifica di Sky riguardava la salvaguardia dell'interattività, ovvero la possibilità di sfruttare la tecnologia digitale ed offrire agli abbonati della pay tv inquadrature differenti rispetto a quelle della Rai. L'azienda di Viale Mazzini è invece legata alla Formula 1 fino al 2012 e per questo motivo, come annunciato giorni fa, è pronta a dare battaglia in tribunale nel caso in cui il campionato dovesse restare orfano dei top team. Nonostante il contratto tra Rai e Formula 1 non preveda clausole specifiche relative alla competitività o al blasone delle scuderie, in Rai regna la convinzione che un Mondiale senza le scuderie della Fota costituisca un prodotto radicalmente diverso e irrimediabilmente impoverito rispetto a quello acquistato. La Rai, che segue ovviamente con interesse il muro contro muro tra Fia e Fota, in questi giorni sta analizzando il contratto con la Formula 1 per definire le basi di una eventuale azione legale finalizzata alla rescissione del contratto.