29 novembre 2023
Aggiornato 06:30
Farmaci ed effetti collaterali

Attenzione al Cefepime o Maxipime: rischio di reazioni avverse gravi nei pazienti che lo usano

Le case farmaceutiche Bristol-Myers Squibb, Polifarma e Bruno Farmaceutici, in accordo con l'AIFA hanno emesso un informativa urgente sul farmaco Cefepime a causa di gravi reazioni avverse

Iniezione
Iniezione Foto: takasu | shutterstock.com Shutterstock

I pazienti con insufficienza renale che utilizzano il farmaco Cefepime (noto anche come Maxipime o Cepim) sono stati messi sull’avviso da una nota informativa urgente, e congiunta, da parte delle case farmaceutiche Bristol-Myers Squibb, Polifarma e Bruno Farmaceutici, in accordo con l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Nella nota si avvisa che c’è un serio rischio di reazioni avverse gravi e neurotossicità. Nello specifico, si legge nella nota, «la maggior parte dei casi di neurotossicità si è verificata in pazienti con insufficienza renale che hanno ricevuto dosi al di sopra di quelle consigliate, in particolare nei pazienti anziani. Tuttavia, sono stati segnalati casi verificatisi in pazienti con funzionalità renale normale e che ricevevano dosi superiori a quelle raccomandate. In generale –prosegue la nota – i sintomi di neurotossicità sono scomparsi dopo la sospensione del trattamento e/o dopo emodialisi. Tuttavia, alcuni casi hanno avuto esito fatale».

La neurotossicità
Nella nota AIFA si fa anche presente che «In caso di uso concomitante di farmaci potenzialmente nefrotossici come aminoglicosidi e potenti diuretici è necessario controllare attentamente la funzione renale. In caso di disturbi neurologici o di peggioramento degli stessi, si può sospettare un sovradosaggio di Cefepime; la diagnosi può essere confermata dalle concentrazioni plasmatiche di Cefepime». Se si assume questo farmaco è bene rivolgersi al proprio medico curante per valutare insieme la situazione e come proseguire.

Il Cefepime: cos'è e le indicazioni terapeutiche
Il farmaco Cefepime è un medicinale a base di dicloridrato monoidrato. È un potente antibatterico appartenente alla categoria degli cefalosporinici – in particolare le Cefalosporine di quarta generazione. In commercio si trova sotto forma di polvere (con fiala) iniettabile. In Italia è distribuito dalla casa farmaceutica Bristol-Myers Squibb con il nome di Maxipime. Le indicazioni terapeutiche, come da foglietto illustrativo, indicano il Maxipime quale un farmaco «per il trattamento di infezioni moderate e gravi causate da batteri che rispondono all’azione di questo antibiotico, fra cui: infezioni dell’apparato respiratorio; infezioni complicate (ossia associate a gravi patologie) e non complicate delle vie urinarie basse (vescica e uretra) e alte (reni e ureteri); infezioni della pelle e dei tessuti molli; infezioni che si manifestano all’interno dell’addome, incluse infiammazioni del peritoneo (membrana che avvolge le pareti interne dell’addome e gli organi in esso contenuti) e le infezioni delle vie biliari (sistema di trasporto della bile prodotta dal fegato); batteriemie (presenza di batteri nel sangue) che sono dovute, o vi sia il sospetto siano dovute, a una delle infezioni sopraindicate, compresi episodi di febbre in pazienti con scarse difese immunitarie. Trattamento empirico di episodi di febbre in pazienti neutropenici, utilizzato come unico farmaco. I pazienti che soffrono di neutropenia presentano nel sangue un ridotto numero di neutrofili, un tipo di globuli bianchi (neutropenia febbrile). Nei pazienti neutropenici che hanno un rischio elevato di contrarre infezioni gravi, una terapia a base di solo Maxipime potrebbe non essere appropriata. E, poi, infezioni causate da uno o più gruppi di batteri, che rispondono all’azione di questo antibiotico. Nella profilassi chirurgica dell’addome, ossia prima che il paziente si sottoponga a un intervento chirurgico dell’addome.
Nei bambini con età superiore a 1 mese: per il trattamento della meningite cerebrospinale (malattia infiammatoria delle membrane che rivestono l’encefalo e il liquido cerebrospinale), causata da batteri che rispondono all’azione di questo antibiotico».