29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Lotta al cancro

Tumore alla prostata: risultati eccezionali dalla terapia chemio free

Nuovi dati al Congresso oncologia Asco in corso a Chicago mostrano i risultati di un nuovo approccio contro il cancro della prostata anche nella forma più aggressiva

Tumore alla prostata
Tumore alla prostata Foto: BlurryMe | shutterstock.com Shutterstock

CHICAGO – Novità dal congresso ASCO di Chicago anche nella lotta al cancro della prostata. I congressisti hanno infatti appena saputo che l’aggiunta della terapia con abiraterone al trattamento ormonale standard si conferma efficace nel mantenere stabile la malattia, e pertanto allungare la sopravvivenza, con più del 50% dei pazienti ancora in vita a 41 mesi.

Anche nella forma aggressiva
I risultati sono stati osservati nei pazienti con una forma aggressiva di tumore alla prostata, ovvero ad alto rischio metastatici già al momento della diagnosi. Gli ultimi dati dello studio di fase III ‘Latitude’, condotto su 1.200 uomini e presentati all’ASCO, l’annuale meeting mondiale di Oncologia in corso a Chicago, hanno mostrato che il farmaco abiraterone ha diminuito il rischio di morte del 36%. «Questi dati – commenta Giuseppe Procopio, Responsabile S.S. Oncologia medica genito-urinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori – delineano un cambio di paradigma per il trattamento di uno dei tumori alla prostata più aggressivi. Questo per due ragioni: per gli uomini che ricevono una diagnosi di cancro alla prostata in fase avanzata rappresenta un’evoluzione, un nuovo efficace approccio».

Comparabile alla chemio
«Il risultato terapeutico che abbiamo osservato in questo studio, dato dall’uso precoce di abiraterone, è comparabile a quello della chemioterapia – conclude Procopio – La differenza è che abiraterone è un farmaco orale e molto ben tollerato. Buona notizia per questi pazienti, poiché significa vivere più a lungo con un ridotto impatto di effetti collaterali e una miglior qualità della vita. Seconda cosa, ma non meno importante non avevamo mai avuto dei dati di così lungo follow-up per una terapia ormonale orale alternativa alla chemio. Tali risultati di efficacia ci aprono delle prospettive di cronicizzazione della malattia. Fino a qualche anno fa sembrava impossibile, invece oggi l’orizzonte è quello di cronicizzare una malattia come il tumore della prostata».