20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Rimedi per l’obesità

Obesità: ecco le scosse al cervello che ci aiutano a perdere peso

Trenta minuti di stimolazione transcranica profonda apportano numerosi benefici nella riduzione dell’obesità. Ecco perché

Stimolazione transcranica contro l'obesità
Stimolazione transcranica contro l'obesità Foto: katz | Shutterstock Shutterstock

Una nuova strategia antiobesità che, finalmente, non prevede l’uso dei farmaci. La soluzione è piuttosto insolita ma, pare, abbastanza efficace. Stiamo parlando di piccole e impercettibili scosse al cervello che permettono di ridurre l’accumulo di grasso in maniera semplice e non invasiva. Per far ciò bisogna intervenire sui circuiti neurologici direttamente associati alla condizione. Ecco i risultati presentati da poco a Barcellona presso l'Annual Meeting 2018 della Società europea di endocrinologia-Ese.

Stimolazione transcranica
Per ottenere una riduzione del metabolismo ma, soprattutto, limitare l’accumulo di grassi, i ricercatori dell'Irccs Policlinico San Donato hanno pensato di affidarsi alla dTms, ovvero alla stimolazione magnetica transcranica profonda. Si tratta di una pratica che prevede l’uso di un casco leggero in grado di sollecitare precise aree cerebrali del paziente». La dTms – si legge in una nota dall'Irccs - è un trattamento medico che utilizza l'energia magnetica per stimolare i neuroni all'interno di specifiche aree cerebrali. Oggi viene utilizzata per il trattamento della depressione resistente, di alcuni tipi di emicrania e delle dipendenze patologiche e si è dimostrata una buona opzione terapeutica anche per ridurre il desiderio impellente di droghe e cibo, anche se finora i meccanismi con cui la stimolazione agisce sull'organismo non erano stati del tutto chiariti».

I pericoli dell’obesità
«L'obesità – spiegano i ricercatori - reca con sé numerosi e profondi disagi per chi ne è affetto, oltre a un considerevole peso per la collettività, dal punto di vista sociale ed economico, legato alla sua gestione. Per questo è di estrema importanza identificare con urgenza nuove strategie per contrastarne il costante aumento. La dTms si sta mostrando sempre più come un'alternativa sicura e sostenibile alle terapie farmacologiche e alla chirurgia bariatrica».

Ottimi risultati
Grazie alla stimolazione transcranica profonda, gli scienziati sono riusciti a ottenere diversi benefici sulla riduzione dell’obesità. «I risultati sono incoraggianti anche dopo una sola sessione di trattamento». Questa, quindi, potrebbe presto diventare «un'alternativa sicura, non invasiva e priva di effetti collaterali agli attuali trattamenti dell'obesità», spiegano gli studiosi. Stiamo parlando di una condizione che non presenta solo problemi in termini estetici ma che causa quasi tre milioni di morti all’anno in tutto il mondo.

Sistemi di ricompensa
Già studi precedenti – condotti sempre dalla quadra del San Donato – avevano evidenziato la relazione tra obesità e i meccanismi di ricompensa insiti nel corpo umano. «In alcuni casi di obesità il sistema cerebrale di ricompensa risulta alterato: la gratificazione in risposta al cibo in alcuni pazienti obesi è notevolmente aumentata rispetto a quella degli individui normopeso. Ciò può renderli più vulnerabili al desiderio impellente di mangiare e può portare più facilmente a un aumento del peso».

Senso si sazietà e obesità
Alla base di tutto, quindi, potrebbe esserci un mancato senso di sazietà unito a un forte e incontrollato desiderio di cibo. Per approfondire la questione, il team guidato da Livio Luzi ha voluto prendere in esame gli effetti della stimolazione transcranica sulla percezione dell’appetito. Per farlo sono stati coinvolti 40 volontari che si sono sottoposti ad appositi esami allo scopo di valutare il livello dei marcatori associati alla ricompensa da cibo. Dopodiché a ognuno di loro è stata eseguita una stimolazione dTmas per 30 minuti a bassa o alta frequenza.

I risultati
I risultati hanno evidenziato dei cambiamenti facilmente osservabili fin dalla prima applicazione. «Nei pazienti sottoposti a stimolazione ad alta frequenza aumentano significativamente i livelli ematici di beta endorfine (neurotrasmettitori coinvolti nella produzione di un maggiore senso di soddisfazione dopo l'ingestione di cibo), sia rispetto ai pazienti sottoposti a stimolazione a bassa frequenza sia rispetto al gruppo di controllo, sottoposto a una stimolazione placebo», spiegano i ricercatori.

dTms e desiderio di cibo
«Per la prima volta questo studio ci fornisce un'indicazione sui meccanismi con cui la dTms altera il desiderio di cibo nei soggetti obesi. Abbiamo anche scoperto che alcuni marcatori presenti nel sangue e potenzialmente associati con il senso di ricompensa generato dal cibo, per esempio il glucosio, variano a seconda del sesso, suggerendo che vi siano differenze nelle modalità con cui i pazienti sono vulnerabili al desiderio di cibo e nella loro disposizione a perdere peso, a seconda che siano uomini o donne», racconta Luzi.

Una svolta
La dTms, usata già in altri ambiti medici, specie per la cura della depressione, può quindi rappresentare una vera e propria svolta nella terapia dell’obesità. «Il naturale sviluppo di questo lavoro sarà l'utilizzo del brain imaging per identificare direttamente come la dTms ad alta frequenza cambi la struttura e la funzionalità del cervello nei pazienti obesi, sia a breve sia a lungo termine, e l'estensione della metodica a un numero più ampio di pazienti». D’altro canto, è importante sottolineare che disfunzioni legate al meccanismo della ricompensa non sono legate solo all’obesità ma anche alla dipendenza da droghe, alcol e gioco. Ciò significa che la stimolazione transcranica potrebbe anche rappresentare una cura più sicura anche su patologie apparentemente non collegate.