29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Pericolo malaria per Italia

Malaria: le zanzare anofele sono anche in Italia. Dobbiamo preoccuparci?

Contrariamente a quanto sostenuto da più parti, le zanzare anofele della stessa specie di quelle portatrici della malaria sono anche in Italia. Per questo, la piccola Sofia potrebbe anche essere stata contagiata a Bibione. Il prof. Morrone spiega come stanno le cose

Zanzare anofele anche in Italia
Zanzare anofele anche in Italia Foto: Shutterstock

ROMA – Le zanzare anofele sono anche in Italia. Contrariamente a quanto detto, per rassicurare i cittadini, invece a quanto pare il contagio potrebbe dunque avvenire anche nel nostro Paese – che si riteneva indenne alla malattia. Anche per questo, ora si ipotizza che la piccola Sofia Zago, morta a 4 anni proprio per la malaria, potrebbe essere stata contagiata a Bibione, quando era in vacanza con i genitori. Ma a confermare l’idea della presenza in Italia delle pericolose zanzare anofele non è una voce che circola, ma il professor Aldo Morrone, Direttore Servizio Salute Globale dell’Ospedale San Gallicano di Roma.

Un evento rarissimo ma…
Il prof. Morrone è intervenuto ieri mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma ‘Genetica Oggi’ condotto da Andrea Lupoli. «Questo è un evento rarissimo ed eccezionale – ha commentato il prof. Morrone – sono vicino alla famiglia di questa bambina morta in modo quasi incomprensibile. La malaria è un problema serio nel nostro pianeta e lo dimostra il fatto che circa 250 milioni di persone nel mondo si ammalano di malaria e mezzo milione muoiono. Nel nostro Paese era stata eradicata, l’ultimo caso autoctono risale a circa 30 anni fa. Il contagio avviene solo attraverso la puntura di un particolare tipo di zanzara».

Il caso ha messo a dura prova i medici
«Difficile per i medici che l’hanno avuta in cura pensare alla malaria – ha sottolineato il prof. Morrone ai microfoni di Radio Cusano Campus – anche perché la bambina non proveniva da aree a rischio. In Italia ci sono le zanzare anofele ma non quelle che trasmettono la malaria, pur appartenendo alla stessa specie. A livello mondiale ce ne sono 400 specie ma le pericolose sono meno di una trentina. In Italia quelle presenti non possono trasmettere la malaria anche grazie alle bonifiche e ai migliori sistemi di vita. Ci siamo preoccupati molto del movimento delle persone nel mondo, meno delle merci, quasi per nulla degli insetti e delle zanzare. Scientificamente priva di fondamento la responsabilità dell’immigrato in questa vicenda».

Anche Fausto Coppi
Chi ha già una certa età ricorderà certamente il grande ciclista Fausto Coppi, morto nel 1960 proprio a causa della malaria. Il prof. Morrone, ricorda la vicenda: «Il pensiero corre a Fausto Coppi per il quale non fu pensata la diagnosi di malaria e quando fu pensata fu tardivo l’intervento terapeutico, andò diversamente per il suo collega francese che invece si salvò perché l’Istituto Francese pensò potesse essere appunto malaria. Avremmo dovuto riflettere meglio sul rischio della diffusione di questi microorganismi».

Le zanzare anofele sono qui
Se dunque le zanzare anofele sono anche in Italia c’è da preoccuparsi? Secondo l’esperto no, perché la specie che vive qui non sarebbe portatrice della malattia. Tuttavia non si può escludere che una zanzara infetta possa essere ‘portata in valigia’ da un Paese in cui è presente e, magari, accoppiarsi e depositare uova con altre zanzare simili a lei. Le opere di bonifica condotte negli anni passati hanno escluso i casi autoctoni di malaria. Ma con lo scambio di merci, di persone e così via sempre più massiccio non ci sarebbe da stupirsi se un qualche insetto fosse entrato ‘clandestinamente’ nel nostro Paese. Anche per questo ora gli inquirenti stanno vagliando la possibilità che il contagio di Sofia Zago possa essere avvenuto nei giorni che ha passato a Bibione con la famiglia una settimana prima di essere ricoverata all’ospedale di Trento. Si attendono sviluppi.