18 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Pericolo malattie cardiache

L’obesità causa problemi cardiovascolari anche nei giovani

Uno studio mostra come il sovrappeso e l’obesità colpiscano duro anche i giovani apparentemente sani. Questi rischiano seriamente malattie cardiache e cardiovascolari, oggi principale causa di morte al mondo

Giovani obesi sono a rischio malattie cardiache
Giovani obesi sono a rischio malattie cardiache Foto: Shutterstock

REGNO UNITO – Un indice di massa corporea (BMI) superiore al normale si ritiene da sempre essere un interruttore per i problemi di salute cardiovascolare nella mezza età e anzianità. Ma cosa accade nei giovani sovrappeso o obesi, all’apparenza sani? Questo, fino a oggi, non era stato studiato a fondo. Per rimediare, ci hanno pensato i ricercatori dell’Integrative Epidemiology Unit Medical Research Council (MRC-IEU) presso l’Università di Bristol (Regno Unito).

L’indagine
Presentato alla Conferenza annuale della European Society of Human Genetics, lo studio ha inteso indagare sugli effetti dell’obesità su giovani tra i 17 e i 21 anni, apparentemente sani. La dott.ssa Kaitlin Wade e colleghi hanno utilizzato i dati dell’Avon Longitudinal Study of Parents and Children (ALSPAC) per indagare il potenziale legame tra aumento del BMI e la salute cardiovascolare. «ALSPAC – ha spiegato la dott.ssa Wade – è uno studio di coorte sulle nascite leader mondiale, è iniziato nei primi anni 1990 con l’inserimento di più di 14.000 donne incinte, i loro partner e figli, e offre un’eccellente opportunità di studiare i contributi ambientali e genetici per la salute e lo sviluppo di una persona. Era quindi l’ideale per questo scopo».

Emerge presto
In base ai dati raccolti, i ricercatori hanno ipotizzato che il rischio cardiovascolare a causa del maggiore Indice di Massa Corporea è probabile che emerga presto nella vita. Studi osservazionali esistenti – che ricercano associazioni tra la popolazione – hanno fatto sì che si possa fare una distinzione tra correlazione e causalità. Grazie alle varie specializzazioni si sono potuti ottenere dei dati coerenti. Per esempio, il MRC-IEU è specializzato nell’uso della genetica per sostenere queste difficili situazioni dettagliate e in questo caso i ricercatori sono stati in grado di utilizzare i dati genomici da ALSPAC per rilevare la relazione causale probabile tra il più alto indice di massa corporea e la pressione sanguigna più alta e l’indice di massa ventricolare sinistra (LVMI). L’ispessimento del ventricolo sinistro nel cuore (ipertrofia) significa che il muscolo deve lavorare di più per pompare il sangue, ed è un marcatore comune per malattie cardiache.

Non sulla frequenza cardiaca
I risultati delle analisi e dell’osservazione hanno rivelato che, in linea generale un BMI superiore pare non avere effetti sulla frequenza cardiaca nei giovani tra i 17 e i 21 anni. Tuttavia, «i nostri risultati – ha sottolineato Wade – hanno mostrato che l’impatto causale di un BMI superiore sulla gittata cardiaca è stato guidato esclusivamente dal volume di sangue pompato (gittata sistolica) dal ventricolo sinistro. Questo, almeno in parte, può spiegare l’effetto causale di un BMI superiore nell’ipertrofia cardiaca e nella pressione sanguigna più alta che abbiamo osservato in tutte le nostre analisi».

Agire subito
Quello che è emerso chiaro in questo studio è la necessità di fermare per tempo l’epidemia di obesità che colpisce sempre più bambini e ragazzi. Agire subito permetterebbe di prevenire lo sviluppo di modifiche e danni cardiovascolari noti per essere i precursori della malattia. «E’ la prima volta che la natura di questo rapporto è stato dimostrato in gruppo di giovani adulti in cui è stato possibile trarre conclusioni migliorate sulla sua causalità», conclude Wade. In definitiva, anche se apparentemente i giovani obesi stanno bene, sotto qualcosa sta cambiando. E questo cambiamento può aprire le porte alla sindrome metabolica e dunque a malattie cardiache, cardiovascolari nonché diabete e tumori.