29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Alimentazione e salute

Combatti l’infiammazione cronica con gli alimenti giusti

Ci sono alimenti che possono combattere l’infiammazione sistemica cronica, che può causare numerose malattie anche gravi come cancro, malattie cardiache, diabete e Alzheimer e la morte

LIVERPOOL – L’infiammazione organica cronica è una brutta bestia. Dietro a questa subdola condizione che può portare alla morte, si possono nascondere i semi per lo sviluppo di diverse e gravi malattie. Tra le molte vi sono il cancro, le malattie cardiache, il diabete e la malattia di Alzheimer. Ma anche l’infiammazione, così come la si piò favorire, la si può combattere – specie a tavola.

Gli alimenti che fanno al caso
Per combattere l’infiammazione cronica si possono dunque assumere certi cibi, piuttosto che altri. Ma quali sono questi alimenti benefici? Alla domanda hanno risposto i ricercatori dell’University of Liverpool’s Institute of Ageing and Chronic Disease i quali hanno identificato i migliori. In linea generale, quelli più efficaci sono i cibi che contengono sostanze come i polifenoli, diffusi più che altro in frutta e verdura. I micronutrienti e antiossidanti di questo genere non solo proteggono dall’infiammazione e dalle malattie correlate, ma anche da tutti i problemi degenerativi legati all’età.

Diverse potenze
Lo studio, condotto dai dottori Sian Richardson e Chris Ford e pubblicato sul British Journal of Nutrition, ha esaminato le diverse potenze dei polifenoli. Si è anche valutato come le chitochine, siano modulate da alimenti come frutta e verdura. «I risultati del nostro studio suggeriscono che (poli) fenoli derivati da cipolle, curcuma, uva rossa, tè verde e le bacche di acai possono aiutare a ridurre il rilascio di mediatori pro-infiammatori in persone a rischio di infiammazione cronica – ha spiegato il dottor Richardson – Gli anziani sono più suscettibili di infiammazione cronica e come tali possono beneficiare di integrare la propria dieta con isoramnetina, resveratrolo, curcumina e acido vanillico o con fonti di cibo che producono queste molecole bioattive».