26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
La rivincita dei grassi (buoni)

Mangia grasso e vivi più a lungo

Mangiare grasso, ma grassi buoni, può far vivere più a lungo e ridurre in modo significativo il rischio di morte per malattie cardiache e cardiovascolari

BOSTON ─ Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of American Heart Association, mostra che mangiare grasso fa bene. I grassi però devono essere di quelli «sani». In questo modo, si può ridurre in modo significativo il rischio di morte prematura per malattie cardiache e cardiovascolari.

Mangia grasso e vivi più a lungo
I ricercatori guidati dal dottor Dariush Mozaffarian della Friedman School of Nutrition Science & Policy, Tufts University di Boston, insieme ai ricercatori della Harvard TH Chan School of Public Health di Boston, ritengono che mangiare grassi buoni può arrivare a risparmiare la vita di oltre 1 milione di persone ogni anno, nonostante le esigenze di dieta siano diverse da Paese a Paese. «A livello mondiale ─ sottolinea il dott. Mozaffarian ─ i politici si concentrano sulla riduzione dei grassi saturi. Tuttavia, abbiamo scoperto che vi sarebbe un impatto decisamente maggiore sulle morti per malattia di cuore se la priorità fosse quella di aumentare il consumo di grassi polinsaturi in sostituzione di grassi saturi e carboidrati raffinati, così come ridurre i grassi trans».

Più gli uni, meno gli altri
Questo è stato il primo studio ad aver confrontato in modo rigoroso le responsabilità per le malattie cardiovascolari a livello globale, e in particolare quelle attribuibili a un insufficiente apporto di grassi polinsaturi rispetto a una maggiore assunzione di grassi saturi. I grassi polinsaturi ─ come per esempio quelli contenuti nel nostrano olio extravergine di oliva, ingrediente principe della dieta mediterranea ─ secondo i ricercatori possono contribuire a ridurre i livelli di colesterolo LDL, o cattivo, nel sangue. Questo, di per sé, può ridurre il rischio di malattie cardiache e ictus.
Gli oli ricchi di grassi polinsaturi, poi, forniscono anche grassi essenziali di cui l’organismo abbisogna, come quelli a catena lunga. Ma non c’è solo l’olio di oliva: altri oli che contengono grassi polinsaturi sono il mais, la soia, il girasole. E poi alimenti come il tofu, la frutta secca a guscio e i semi oleosi, pesci grassi come il salmone, lo sgombro, le alici, le sardine, le aringhe e le trote.

Il confronto
I ricercatori hanno confrontato i dati relativi a 1.990 persone con quelli di altre 2.010, al fine di valutare i decessi e la percentuale attribuibile a malattie cardiache. Si è così scoperto che la percentuale di decessi per malattie cardiache a livello mondiale dal 1990 al 2010, a causa di insufficienti apporti di acidi grassi essenziali omega-6 e polinsaturi, è diminuita del 9 per cento, e che quella causata elevati apporti di grassi saturi è diminuita del 21 per cento. Al contrario, i decessi dovuti a un elevato consumo di grassi trans è aumentato del 4 per cento. Lo studio mostra pertanto che non sono i grassi in sé a essere dannosi per la salute, ma quelli «insani» come i grassi trans, che sono contenuti in molti prodotti industriali e da fast-food.