Diete, ecco perché non funzionano per tutti
Le diete standard potrebbero non avere alcun effetto salutare o dimagrante. E alcuni alimenti consideranti “light” e anche frutta e verdura fanno invece aumentare notevolmente peso e glicemia in certe persone
TEL AVIV - Quando l’ago della bilancia sale, il primo pensiero che passa per la testa è quello di mettersi a dieta. Ma le diete funzionano veramente? Secondo alcuni scienziati, il più delle volte no, non hanno alcun effetto. Il motivo? Non si scelgono gli alimenti adatti.
Le verdure fanno bene?
È un classico: buttarsi sulla verdure perché sono ipocaloriche. La verità è che alcuni alimenti – compresi gli ortaggi – possono far perdere peso ad alcune persone e farlo aumentare in altre. L’esempio più eclatante fatto dagli scienziati israeliani è quello che ha visto una donna avere un picco iperglicemico dopo aver mangiato semplicemente dei pomodori. Alimenti che di solito sono considerati adatti a una dieta.
E’ lo zucchero che fa la differenza
Che la quantità di alimenti zuccherini faccia la differenza si sapeva già. Ciò che invece non si tiene presente è che il livello di zuccheri nel sangue in certe persone può aumentare con alimenti insospettabili. «La prima grande sorpresa e la sorprendente scoperta avuta è stato un enorme tasso di variabilità in risposta delle persone che consumavano lo stesso identico pasto», spiega Eran Segal del Weizmann Institute of Science in Israele.
Ognuno ha la sua risposta metabolica
Così come ogni persona è differente e reagisce in maniera diversa ai singoli episodi della vita, anche in fatto di alimentazione possono esserci risposte metaboliche totalmente discrepanti da individuo a individuo. Per arrivare a tali conclusioni, gli oltre 800 partecipanti allo studio hanno indossato ininterrottamente un monitor per la misurazione dei livelli ematici di zucchero. Inoltre, hanno fornito campioni di feci al fine di rilevare il macrobiota intestinale. Nessuno dei partecipanti aveva il diabete.
Peggio il sushi del gelato
Durante lo studio si è potuto evidenziare come in alcune persone si alzavano i livelli di glicemia più con alimenti «light» che con i dolci. Per esempio, il sushi ha aumentato i livelli di zuccheri più che il gelato. «Ci sono profonde differenze tra gli individui – in alcuni casi, gli individui hanno risposte opposte tra loro – e questo è davvero un grande vuoto nella letteratura», dichiara Segal.
Le regole sono tutte da riscrivere
E’ inutile eliminare carboidrati, aumentando frutta e verdura. In alcune persone potrebbe non far altro che peggiorare il problema. Troppe persone sovrappeso sono accusate di mangiare troppo quando invece metabolizzano male il cibo. Lo studio, spiega il coautore Eran Elinav, «Ci ha illuminato sull’inesattezza dei concetti basilari della nostra esistenza, in riferimento a quello che mangiamo e al modo di integrare la nutrizione nella nostra vita quotidiana».
La dieta deve essere personalizzata in base al macrobiota intestinale
Il team di Segal sta lavorando a un sistema che potrebbe portare a una migliore analisi nutrizionale per il singolo consumatore. Questo include campioni di feci che osservino i batteri presenti nel sistema digestivo, correlandolo con l’aumentato rischio di picchi iperglicemici.
La ricerca è alla base della cura per l’obesità?
Secondo Rebecca Blake, senior director of Clinical Nutrition presso il Monte Sinai Beth Israele, il ruolo della microflora intestinale potrebbe essere la chiave per la comprensione dell’obesità: «è sicuramente una disciplina in continua evoluzione nel campo della scienza della nutrizione. «Tuttavia – aggiunge Blake – abbiamo bisogno di considerare se questo è l’uovo o la gallina – è la nostra dieta che influenza la nostra flora intestinale e la nostra obesità?» o è il contrario? Indubbiamente c’è bisogno di ulteriori studi, ma un grande passo in avanti è stato già fatto. Lo studio è stato pubblicato su Cell Press.