Dimmi come mangi e ti dirò chi sei
Metodico, lento, veloce o schizzinoso: il modo in cui mangi parla di te e rivela la tua vera natura. Ne parla l’esperta
ROMA – Dimmi come mangi e ti dirò chi sei. Questo il motto di Paola Vinciguerra, psicologa, psicoterapeuta, presidente Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico e direttore della Clinica dello stress. Secondo l’esperta, infatti, oggi per conoscere davvero la personalità e le inclinazioni di una persona non si può fare via chat, ma semplicemente invitandola a pranzo. «Volete capire al volo una persona? Osservatela mentre mangia. Il suo modo di rapportarsi con il cibo vi farà capire vari tratti della sua personalità», spiega all’ADN Kronos la dott.ssa Vinciguerra.
Mangiare parla di noi
«Mangiare è un’azione che compiamo ogni giorno, più volte al giorno – sottolinea la Vinciguerra all’AdnKronos Salute – quindi riflette inevitabilmente il nostro modo di essere. L’approccio al cibo rivela alcuni tratti specifici della nostra personalità e se avete intuito potete capire la persona proprio guardandola seduta a tavola durante il suo pranzo o la sua cena».
L’identikit del mangiatore
Di seguito, gli identikit tracciati da Paola Vinciguerra in base allo stile nell’alimentarsi.
1. Il mangiatore lento. E’ quello che mangia molto lentamente, che mastica molto e tende ad assaporare ogni singolo alimento durate il pasto, «è un soggetto che normalmente cerca di vivere in profondità ogni momento della propria vita e questo è un aspetto positivo anche per combattere lo stress. Ma può essere anche testardo e rigido e avere dei tratti che denotano egoismo. Della serie: il mondo gira intorno a me».
2. Il veloce a tavola. Il mangiatore veloce divora tutto in pochi minuti. E’ uno che «Mette se stesso sempre in secondo piano perché dà spazio a cose e a persone prima di lui. Mentre mangia velocemente fa altro, guarda il telefonino, risponde alla mail, parla, si alza per compiere un’altra azione. Una persona così – spiega la psicologa – può sembrare altruista ed è sempre circondata da molti amici, ma alla lunga questo suo comportamento la porterà a un livello di stress molto alto perché non avrà mai risposto con i modi e i tempi necessari ai propri bisogni».
3. Lo schizzinoso. Il mangiatore schizzinoso pretende. Lo si riconosce perché ogni volta che mangia fuori chiede che il cibo sia preparato in maniera specifica. «Sa bene chi è e cosa vuole dalla vita. Di solito è una persona curiosa, vuole sapere, non ha problemi a fare e a porsi domande».
4. L’organizzatore. E’ quella persona che tende a separare i diversi cibi nel piatto. Ne cura l’ordine assicurandosi che siano ben separati. Per costoro l’ordine è fondamentale. «Si tratta di persone che hanno una vita molto ben organizzata e la pulizia nella loro vita è centrale. Hanno casa e scrivania in perfetto ordine, ma c’è il rovescio della medaglia. Persone così non vivono bene perché non lasciano spazio agli altri, non condividono le responsabilità, non si fidano. L’organizzatore quindi non è flessibile e questo lo porterà a non avere troppe persone intorno. Perché sarà molto pesante da sopportare».
5. Il metodico. Per il mangiatore metodico il turno è fondamentale, difatti mangia un solo alimento alla volta. «Il dettaglio per lui fa la differenza. La cura del dettaglio è, infatti, in tutto ciò che fa. Ma il suo problema è, come nell’organizzatore, la mancanza di flessibilità. Sono spesso persone che si isolano».
6. Il mixer. E’ la persona a cui piace mescolare i vari cibi prima di assaporarli. Di solito sono aperti a nuove esperienze e a sperimentare cose nuove nella propria vita. «Le persone che mixano il cibo sono molto aperte e hanno una vita sociale movimentata. Ma possono essere confusionarie. Hanno difficoltà nel dare priorità alle cose più importanti alle quali prestare attenzione e possono avere problemi di concentrazione».
7. Il chiassoso. Quelli che fanno rumore mentre mangiano o masticano, specie a bocca aperta, «sono spiriti liberi che non danno peso alle opinioni degli altri. Gli istinti, in questo tipo di persone, hanno la precedenza sulla razionalità», conclude l’esperta.