Se sai cosa vuoi dalla vita, vivi più a lungo
Gli scienziati hanno appurato che sapere ciò che si vuole nella vita può farne aumentare la durata. Chi ha uno scopo nella vita vive più a lungo e riduce del 23 per cento il rischio di morte prematura e del 19 per cento di infarto o ictus
BALTIMORA – Avere uno scopo nella vita può fare molto. Non solo ci si sente più soddisfatti di sé, ma si vive più a lungo. Come una sorta di elisir di lunga vita, avere degli obiettivi, un fine, protegge dal rischio di morte prematura, malattie cardiache e ictus.
SAPERE COSA SI VUOLE – Può capitare di non sapere bene cosa si vuole davvero dalla vita. Ci si ritrova magari a condurre la solita routine, tutti i giorni, e a trascinarsi senza un briciolo di entusiasmo. È facile in questi frangenti essere insoddisfatti, di malumore. È perché probabilmente non si ha uno scopo preciso. Ma, attenzione, averlo non significa essere fissati su un qualcosa, più spesso vuol dire dare un senso alla propria vita, viverla davvero e non lasciarsela scorrere addosso. Ecco, chi ha un obiettivo, uno scopo, pare viva meglio e più a lungo.
LE EVIDENZE – Ad aver scoperto che avere uno scopo nella vita fa vivere più a lungo e in salute sono stati i ricercatori del Mount Sinai St. Luke e del Mount Sinai Roosevelt. Lo hanno fatto con una meta-analisi in cui si è definito cosa significhi avere uno scopo nella vita: secondo gli scienziati è la sensazione che la vita sia degna di essere vissuta. Già ricerche precedenti avevano mostrato come l’avere uno scopo fosse collegato scopo a una migliore salute psicologica e il benessere generale. Ma la nuova analisi ha rivelato che un elevato senso di avere uno scopo è associato a una riduzione del 23% della mortalità per tutte le cause e a un 19% di riduzione del rischio di infarto, ictus o la necessità di un intervento chirurgico di bypass coronarico (CABG) o di una procedura stenting cardiaco. Secondo il dott. Randy Cohen esiste una forte relazione tra l’avere una finalità nella vita e la protezione dalla morte o il subire un evento cardiovascolare. Lo studio è stato presentato all’American Heart Association EPI/ Lifestyle 2015 Scientific Sessions di Baltimora.