18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Gli effetti della tecnomania

Gli smartphone maniaci mettono da parte la propria intelligenza

Una nuova ricerca sugli effetti della tecnodipendenza rivela che gli assidui utilizzatori di smartphone diventano mentalmente pigri, affidandosi più agli istinti o a Google che alla propria intelligenza.

WATERLOO – Tutti chini sul proprio smartphone. Che sia alla fermata del bus, sulla metro, al bar e perfino a tavola, oggi è più facile vedere qualcuno intento a «tappare» sul proprio device che non conversare con qualcuno. Tempi moderni, si potrebbe dire. Ma, come sappiamo, la cosiddetta tecnodipendenza ha il suo prezzo: problemi di schiena, al collo, all’udito, alla vista… e, ora, pare anche al cervello che negli utilizzatori assidui diventa più pigro.

LE ROTELLE NON GIRANO PIÙ – I ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Waterloo hanno scoperto che gli utilizzatori di smartphone tendono a diventare mentalmente pigri affidandosi più all’istinto, o al motore di ricerca su Internet (tipo Google) quando si tratti di prendere delle decisioni. Dimostrano così di preferire azzardare o delegare piuttosto che usare la propria intelligenza.

COSE RISAPUTE – In base a quanto emerso dallo studio appena pubblicato sulla rivista Computers in Human Behavior, i 660 partecipanti allo studio hanno cercato informazione che in realtà già sapevano o che avrebbero potuto facilmente imparare, se solo fossero stati disposti a sforzarsi un pochino di più. Il dott. Gordon Pennycook e colleghi hanno condotto tre diversi esperimenti, in cui hanno esaminato diversi parametri, tra cui le capacità e lo stile cognitivi: per esempio l’intuito, la capacità di analisi. E anche le capacità verbali e matematiche. Il tutto dopo aver analizzato le abitudini d’uso dello smartphone. I risultati finali hanno rivelato che chi aveva più forti capacità cognitive e una maggiore disponibilità a pensare in modo analitico erano anche coloro che trascorrevano meno tempo utilizzando il loro smartphone.