2 maggio 2024
Aggiornato 15:00
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La vitamina D può prevenire i sintomi influenzali

Studio condotto dal Dipartimento di Immunologia dell’Università di Copenaghen e pubblicato sul Nature Immunology

ROMA - Il bel tempo primaverile non mette al riparo da possibili stati influenzali. Il clima, infatti, non è ancora stabile e i continui e repentini sbalzi di temperatura mettono a rischio la salute degli Italiani. Un’eventualità che può essere evitata grazie al contributo della Vitamina D che svolge proprio un ruolo fondamentale nell’attivazione delle difese immunitarie contro le malattie infettive come l’influenza. L’attivazione delle cellule T che combattono le infezioni, infatti, necessita di un sostegno che può essere dato solamente con la giusta e corretta assunzione di Vitamina D, in cui possono giocare un ruolo importante gli integratori alimentari.

Lo dichiara l’Osservatorio FederSalus, la Federazione Nazionale Produttori di Prodotti Salutistici, che rende noto uno studio elaborato dal Dipartimento di Immunologia dell’Università di Copenaghen e pubblicato sull’ultimo numero di Nature Immunology.

«E’ evidente che l’utilità degli integratori alimentari è testimoniata da sempre più ricerche e studi internazionali e da rilevazioni scientificamente provate – dichiara il Dottor Germano Scarpa, Presidente di FederSalus – Nonostante una sana e corretta alimentazione, infatti, troppo spesso si riscontrano carenze di vitamine e, come in questo caso specifico, la Vitamina D che potrebbe essere d’aiuto per la prevenzione di sintomi influenzali, ovviamente resta inteso che l’assunzione deve essere sempre sotto la guida e l’assistenza di un medico»

A guidare lo studio del Dipartimento di Immunologia dell’Università di Copenaghen il Professor Carsten Geisler che ha illustrato il ruolo che svolge la Vitamina D in termini di risposte immunitarie: quando la cellula T riconosce i batteri o i virus con il recettore delle cellule T, invia segnali di attivazione al gene recettore della Vitamina D. Il gene VDR inizia, quindi, la produzione di proteine DVR, le quali legano la Vitamina D nelle cellule T e diventano attive. Poi la Vitamina D e le proteine attivate DVR entrano nel nucleo delle cellule e attivano, a loro volta, il gene per il PLC-gamma1 per la produzione delle proteine. Una lunga concatenazione di eventi «scatenata» dalla Vitamina D e che permette, in conclusione, di attivare le cellule T per combattere le infezioni.