28 agosto 2025
Aggiornato 04:30
Alimentazione & Salute

Pesce un toccasana sopratutto per le gestanti

Grazie agli acidi grassi essenziali, i prodotti ittici proteggono cuore e arterie

Una raccomandazione dei ginecologi alle mammine in attesa. Badate a mangiare più pesce, specie se vi trovate ancora in località marine dove è più facile averlo fresco perché come si sa il pesce è facilmente deteriorabile (se conservato a temperatura ambiente si danneggia in breve tempo). Va bene sia quello di lago , di mare e anche di allevamento. Perché, chiederete? Bisogna sapere che gli acidi polinsaturi, contenuti soprattutto in sardine, salmone, sgombri e trote, ossia gli OMEGA 3 funzionanti come protettori per cuore e arterie, sono nutrienti che il nostro organismo riesce a «costruire» finché è giovane, attraverso l’azione delle elongasi, una classe di enzimi indispensabili nel citato processo. Ma in particolari condizioni come la maternità o con l’avanzare dell’età, il «meccanismo s’inceppa». Ed allora in casi come questi è ancor più raccomandabile di aumentare il consumo di ogni tipo di pesce.

Sarebbe bene portarlo in tavola anche quattro volte alla settimana se è vero che taluni studi hanno dimostrato che i soggetti che mangiano pesce due volte alla settimana e seguono un’alimentazione di tipo mediterraneo presentano un’incidenza del 50% in meno di malattie coronariche, grazie al contributo benefico degli acidi grassi essenziali che contengono gli Omega 3 nel grasso sottopelle di tutti i pesci. Molluschi e crostacei compresi. Questi ultimi, ossia i crostacei, sono sempre stati accusati di essere a rischio-colesterolo. Ma va detto che la quota colesterolo dei crostacei è contenuta essenzialmente nella testa. Di conseguenza l’introito di colesterolo viene ridotto se evitiamo di succhiarla o sgranocchiarla. Quindi se non siete allergici ai crostacei, potete non rinunciarvi anche se i pregi del pesce a taglio o di quello azzurro sono maggiori. C’è un’altra ragione per la quale è bene che le mamma in attesa consumino pesce soprattutto se abitano in zone di carenza iodica come la montagna: oltre che di acidi grassi e di minerali quali selenio, fosforo e fluoro, il pesce è ricco di iodio. A parte che i prodotti ittici sono più digeribili, grazie alla scarsa presenza di tessuto connettivo. Le donne gravide e i bambini dovrebbero prediligere pesci di taglia piccola o media. Questo perché le dimensioni medie li rendono meno esposti al rischio-contaminanti rispetto ai pesci più grossi come tonni e pesci spada che si cibano di altri pesci e di conseguenza rischiano di sovraccaricare di mercurio le proprie carni.

Se acquistato fresco il pesce va conservato al massimo per un paio di giorni in frigo dopo averlo eviscerato e lavato in acqua potabile, fredda e corrente. E’ meglio coprirlo con una pellicola per uso alimentare in modo da evitare che si asciughi troppo e che trasmetta il suo odore agli altri alimenti. Per conservarlo più a lungo optate per il congelatore ricordando di pulirlo accuratamente e di confezionarlo in sacchetti impermeabili all’aria, all’umidità e agli odori, come ad esempio quelli di polietilene. Il sacchetto deve essere ben chiuso, privo di aria e con un’etichetta che indichi la data di congelamento. Comunque alle mamme in attesa va ricordato che se manca il pesce nella loro alimentazione, che almeno ci siano i legumi e altri alimenti di origine vegetale come le noci e le olive che in proporzioni meno significative del pesce sono ricchi di acidi grassi così importanti per la salute.