3 maggio 2024
Aggiornato 17:30
Alimentazione

Chi si nutre peggio è il single

Mangia fuori-pasto o salta i pasti. Bandisce frutta e verdura

Secondo quanto si deduce da uno studio promosso dall’Osservatorio FederSalus (la Federazione italiana che riunisce le aziende produttrici di prodotti salutistici) i single che in Italia sono più di cinque milioni, sarebbero quelli che si alimentano peggio. Il 17% di queste persone che vivono da sole (1,8 milioni gli uomini e 3,2 milioni le donne) seguirebbero un regime dietetico assolutamente nocivo per la salute. Nessuna regolarità negli orari, salto dei pasti e mancanza di un giusto apporto di calorie: questi i principali errori dal ché deriverebbero malesseri, carenze di vitamine e minerali nonché continue variazioni di peso.

Lo studio è stato realizzato attraverso interviste a dietologi, nutrizionisti ed esperti dell’alimentazione, osservatori principali di questo fenomeno che è alla base delle trasformazioni culturali e sociali che hanno caratterizzato la popolazione italiana negli ultimi decenni: calo della fecondità e della nuzialità, aumento della instabilità del matrimonio, allungamento della vita: su 100 giovani 3 vivono da soli, 7 su 100 adulti e 27 ogni 100 anziani. Ed il numero dei single non sposati è considerevole: più della metà sono celibi e circa un terzo nubili: quelli con meno di 45 anni sono aumentati nell’ultimo decennio e hanno raggiunto il 12% del totale mentre si è ridotto il numero di famiglie monopersonali formate da adulti maturi.

In relazione alla corretta alimentazione che questo esercito di persone non pratica, vanno rimarcate delle differenze tra i due sessi: il single maschio, in netta maggioranza, si nutre in modo disordinato non tenendo conto delle più basilari norme nutrizionali, perché è molto poco informato (47%) o non lo è per niente (11%). Insomma gli uomini appaiono disinteressati al tema dell’alimentazione. Poche sono le eccezioni: solo il 7% si dice bene informato. Per le donne che sono assolutamente prevalenti sui maschi nel numero, il discorso è diverso: accettano e mettono in pratica qualsiasi indicazione venga dalle amiche o dalle colleghe di lavoro; seguono pedissequamente quello che trovano scritto sulle riviste in materia di diete; in sostanza sono dieta-dipendenti e si rivolgono agli esperti molto meno di quanto facciano i maschi. Anche se col loro comportamento ottengono spesso effetti opposti a quelli desiderati. Molte di loro alternano periodi di diete rigidissime ad un abuso di cibi troppo grassi o ad un alto consumo di alcolici, tra aperitivi e feste.

Entrambi i sessi consumano poca frutta e verdura, proprio come i bambini. Non fanno caso cioè ai cibi assenti nella loro alimentazione. Riempiono frigo e dispense sempre con gli stessi alimenti. Abusano dei fuori-pasto. Cucinano poco dicendo che non hanno tempo tra lavoro e impegni. Bisogna tener conto che il numero dei single non sposati è considerevole: più della metà sono celibi e circa un terzo nubili. Il profilo della single è diverso da quello degli omologhi maschili: tra le prime sono fortemente rappresentate le anziane, le pensionate, le vedove mentre tra i secondi prevalgono i giovani e gli adulti, persone cioè occupate, celibi e con istruzione medio-alta.

La figura del single giovane si è sviluppata prevalentemente nei centri delle aree metropolitane e nel centro-nord, probabilmente a causa delle maggiori opportunità di lavoro offerte dalle grandi città e dall’esistenza in queste zone di una mentalità più aperta. La maggior sopravvivenza femminile rispetto a quella maschile rende squilibrata la struttura della popolazione per esso ed età, favorendo la costituzione di famiglie monopersonali di donne anziane. Considerando gli elementi che maggiormente mancano nell’alimentazione dei single, si piazzano al primo posto le vitamine, assunte in quantità assolutamente insufficiente per il 58% degli esperti, seguiti dalle fibre (52%) . Di contro si registra un eccesso di carboidrati e di proteine