18 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Scienza & Medicina

Nanotecnologie contro il cancro, primi test nel 2010

Nanoparticella progettata per attaccare cellule tumorali

LONDRA - Una nuova terapia anticancro che sfrutta la nanotecnologia sarà sperimentata su dei pazienti già il prossimo anno: è quanto pubblica il quotidiano britannico The Times.

Il medicinale da impiegarsi contro le cellule tumorali viene infatti affidato a una nanoparticella in grado di colpire solo le cellule interessate e di eludere l'intervento del sistema immunitario: in questo modo si ottiene una maggior efficacia della terapia e si minimizzano anche gli effetti collaterali. Il test clinico riguarderà 25 pazienti e se avrà successo, aprirà la strada a un nuovo farmaco entro i prossimi cinque anni: inizialmente la tecnica era stata messa a punto contro il tumore alla prostata ma dovrebbe essere efficace anche contro altri tipi di tumori solidi come quelli al seno, ai polmoni o al cervello.

La nanoparticella è stata battezzata Bind 014 ed è stata progettata per risolvere tre dei principali problemi nella somministrazione di un farmaco: come garantire che il principio attivo giunga nella zona corretta, come regolarne il rilascio nell'organismo e come impedire al sistema immunitario di riconoscerlo come estraneo e quindi eliminarlo. Bind 014 è formata da quattro elementi, il primo dei quali è il principio attivo - nel caso in questione, un farmaco chemioterapico - ricoperto da un polimero biodegradabile che si scioglie poco a poco nel corso di diversi giorni, assicurando un rilascio graduale.

La «testata» farmacologica è a sua volta ricoperta da uno strato di glicole polietilenico, che «nasconde» la particella al sistema immunitario; infine, alla superficie della nano particella sono attaccati degli speciali enzimi in grado di ancorarsi solo a della molecole che si trovano sulle cellule tumorali (nel caso della prostata l'antigene Psma, presente però anche nelle cellule malate in altri tumori solidi).

Il vantaggio è quindi quello di ottenere un'alta densità del farmaco nelle zone dove effettivamente serve e bassa altrove, aumentando l'efficacia della cura e riducendo gli effetti collaterali.