6 maggio 2024
Aggiornato 03:01
Tupperware, lunch-box, gamella, gavetta, bento, chi più ne ha, più ne metta

Pranzo in ufficio? 3 lavoratori su 5 tornano alla «schiscetta»

Per risparmiare e fare la dieta: piace soprattutto ai maschi

ROMA - Tupperware, lunch-box, gamella, gavetta, bento, chi più ne ha, più ne metta. «Schiscetta» è la parola d'ordine per conciliare dieta e risparmio nella maggior parte degli uffici italiani. Basta panini e tramezzini da bar: torna e si conferma come un «must» il pranzo preparato a casa e conservato in piccoli contenitori.

Uno studio del magazine enogastronomico Alice Cucina (Sitcom Editore) ha valutato le abitudini alimentari di 97 uffici italiani, raccogliendo informazioni su 921 lavoratori, durante il primo semestre 2009. Mense, bar, pizzerie o trattorie sono ormai un lontano ricordo per impiegati e professionisti che popolano ogni giorno gli uffici delle città italiane. Aumenta il numero (59% del campione) di coloro che si preparano a casa il pranzo da consumare poi durante la sospirata pausa: un panino con le verdure grigliate, un'insalata leggera, una frittatina con le erbe profumate. Un retaggio operaio di padri e nonni che torna ad imporsi come uno stile di vita, oltre che un'alternativa ai costosi ristoranti e alle poco salutari paninoteche e fast food.

Ma chi sono gli habitué del pranzo fai da te e i motivi che li spingono a scegliere questa soluzione? Il 71% degli «schiscettisti» ha tra i 25 e i 40 anni, di sesso prevalentemente maschile. Le donne sono in minoranza e spesso si accontentano di un frutto o di uno snack. Avvocati e Pr risultano i più accaniti sostenitori del pranzo autogestito (31% e 27% del campione) tanto che alcuni di loro, hanno creato un piccolo prontuario di ricette da schiscetta che aggiornano e si scambiano sul web. Sempre sul fonte tecnologico c'è chi usa piccoli scaldavivande usb, cioè riscaldabili quando connessi alla presa usb del pc dell'ufficio. Poi segretarie (2%), ragionieri (11%), assicuratori (9%) e consulenti di vario tipo (21%) anche loro orientati a questo particolare trend.

La spesa media fuori ufficio dichiarata dagli intervistati è compresa tra i 5 e i 12 euro per un pasto comprensivo di acqua, frutta o dolce, che in un mese può raggiungere il picco medio anche di 150 euro. Ma è davvero possibile risparmiare qualche spicciolo e ricavare gusto e qualità utilizzando la schiscetta? A rispondere Mattia Poggi, giovane chef emergente, che proprio per il numero di settembre del magazine Alice Cucina ha ideato una scelta di ricette create appositamente per la pausa pranzo alla scrivania: «Scegliere di portare il cibo da casa è un'abitudine indubbiamente salutare e conveniente. Per tutti coloro che hanno a disposizione un microonde in ufficio, è possibile scaldare paste, carni e verdure con una vasta gamma di abbinamenti. Sconsiglio tuttavia la pratica purtroppo diffusa del desk-eating. È opportuno invece non consumare il pasto alla scrivania. Telefono e mail non devono interrompere la pausa pranzo. Sedetevi e concentratevi su ciò che state mangiando. Mangiare velocemente compromette la digestione, impedisce di avere un effetto saziante e così facendo apprezzate in maniera minore il gusto dei cibi».

Le aziende che offrono il servizio di lunch-box nelle principali città sono ancora poche, ma, è un business destinato a crescere. Piatti dietetici o vegetariani sono i più richiesti, ma c'è anche chi ordina la prima colazione o lo spuntino. Tutto rigorosamente consumato davanti al pc. In un condominio milanese, racconta uno degli intervistati, pare addirittura che il portiere dello stabile abbia organizzato una sorta di servizio schiscetta a domicilio. L'impiegato sceglie la pietanza la mattina e il pranzo gli viene consegnato direttamente in ufficio avvolto nel cellofan, ad un prezzo davvero competitivo. Un bel modo per combattere la crisi.