25 aprile 2024
Aggiornato 04:00

Salute, disturbi premestruali: solo 30% donne ne parla con medico

Sono i disturbi premestruali - mal di testa, irritabilità, instabilità dell'umore, alterazioni del sonno, gonfiore, stanchezza

MILANO - Per 43 italiane su 100 compromettono la vita sociale, per il 53% quella di coppia, quella lavorativa o scolastica per il 70%. Sono i disturbi premestruali - mal di testa, irritabilità, instabilità dell'umore, alterazioni del sonno, gonfiore, stanchezza - che costringono il 25% delle donne a rimanere a casa per un giorno o più al mese. È quanto emerge dal sondaggio condotto dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), su un campione di 743 donne.

Solo il 30% parla dei disturbi col ginecologo: chi lo fa ottiene in genere una risposta appagante. Il 22% ha utilizzato la pillola contraccettiva per risolvere il problema con un grado di soddisfazione elevato nel 75% dei casi. Una donna su due (51%) non parla con nessuno del problema e sceglie soluzioni fai da te: il 62% aspetta che passi, il 30% assume farmaci antinfiammatori o antidolorifici. Rimedi temporanei e poco efficaci: il 46% delle donne si dichiara per nulla o scarsamente soddisfatta. Per migliorare il livello di consapevolezza sui sintomi premestruali e la loro gestione la Sigo ha promosso un opuscolo rivolto alle donne: tra i consigli, il «diario mestruale» per prendere nota dei disturbi correlati al ciclo, e riportarli in maniera fedele allo specialista. Il booklet verrà distribuito da oggi negli ambulatori dei ginecologi e dei medici di famiglia.

La «tensione» premestruale rappresenta uno fra i disturbi più diffusi: è causata dalla ritenzione idrica che comporta gonfiore e indolenzimento addominale e mammario (entrambi al 54%). Può interessare fino all'80% delle adolescenti. Il professor Felice Petraglia, direttore della clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Siena, dice che «Il percorso tipico prevede che le ragazze trascurino il problema, per rivolgersi al ginecologo solo quando aumenta il numero dei sintomi, la loro intensità e la durata. Gli estroprogestinici rappresentano in genere la soluzione proposta in prima battuta, anche se in alcuni casi la sintomatologia compare nella settimana di sospensione. Un problema risolto con la nuova pillola».

Solo il 18% delle donne che hanno partecipato al sondaggio utilizza gli anticoncezionali ormonali orali, percentuale in linea con la media italiana: in testa la Sardegna (28,6%) seguita da quasi tutte le regioni del nord. Il Veneto è quella con le più basse percentuali (16,1%), decisamente inferiori rispetto alle zone più industrializzate del Paese (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana). Segue il sud, con i livelli minimi di Campania e Basilicata, dove non si raggiunge l'8%. Dati che confermano la resistenza nei confronti di questo contraccettivo. A preoccupare di più sono due aspetti: non ingrassare e non avere la cellulite. Problemi che si risolvono con la pillola giusta. «Se si pensa ai molteplici benefici extracontraccettivi, come la prevenzione e il trattamento di disturbi del ciclo, della sindrome premestruale, del rischio di cisti ovariche e mammarie benigne, di fibromi o di endometriosi, si può facilmente considerare la pillola come un concreto aiuto per la miglior conservazione della fertilità femminile» sostiene il professor Andrea Genazzani, direttore della cattedra di ostetricia e ginecologia all'Università di Pisa.