29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Possibilità che le stampanti laser rilascino nell'aria particelle patogene

Le stampanti laser sono rischiose per la salute?

Contrariamente ai resoconti precedenti alcuni ricercatori hanno scoperto che difficilmente le stampanti laser emettono particelle di toner nell'aria

È possibile che l'origine del cattivo stato di salute degli impiegati sia da ricercare in una modesta stampante laser? In passato è stato affermato che queste stampanti potrebbero essere responsabili del rilascio nell'aria di minuscole particelle di materiale analogo a toner. Queste particelle, una volta inalate dagli utenti e depositatesi nei loro polmoni, potrebbero causare l'insorgere di problemi di salute. Gli scienziati impegnati nello studio di questo preconcetto presentano ora risultati sorprendenti.

I ricercatori dell'Istituto Fraunhofer Wilhelm Klauditz (WKI) con sede a Braunschweig (Germania) hanno avviato una collaborazione con gli scienziati della Queensland University of Technology (QUT) di Brisbane (Australia) per analizzare in modo approfondito questo controverso argomento, vale a dire la possibilità che le stampanti laser rilascino nell'aria particelle patogene. I risultati sono, almeno in parte, sorprendenti.

Gli studi svolti in passato dimostravano che i livelli di particelle che si trovavano nell'ambiente chiuso dell'ufficio aumentavano fino a cinque volte durante le ore lavorative, proprio per l'impiego delle stampanti. Si partiva dal presupposto che le stampanti rilasciassero una maggiore quantità di particelle con cartucce toner nuove e in fase di stampa di figure ed immagini che richiedono un maggiore impiego di toner.

Contrariamente ai resoconti precedenti, il team ha scoperto che difficilmente le stampanti laser emettono particelle di toner nell'aria. Il prof. Tunga Salthammer, direttore del dipartimento interessato presso il WKI, ha affermato: «Alcune stampanti rilasciano particelle ultrafini di sostanze chimiche-organiche volatili. Una delle proprietà essenziali di queste particelle ultrafini è proprio la loro volatilità, il che indica che non può trattarsi di polvere di toner.»

La scoperta ha spinto gli scienziati a cercare la fonte di queste particelle ultrafini. A questo scopo, hanno sviluppato un processo che ha permesso loro di determinare e mettere a confronto la quantità, le dimensioni e la composizione chimica delle particelle emesse. Per portare avanti la propria ricerca, gli scienziati si sono rivolti all'Associazione tedesca per le tecnologie dell'informazione, le telecomunicazioni e i nuovi media (BITKOM) che ha fornito al team il sostegno finanziario e tecnico.

Gli scienziati hanno inoltre scoperto che anche l'ultima generazione di stampanti, che «stampa» senza supporto cartaceo e senza toner, produce questo tipo di particelle. «La cosa incredibile è che queste particelle ultrafini vengono emesse anche in questo caso. La causa è l'unità di fissaggio, la componente che raggiunge i 220°C di temperatura durante il processo di stampa e che è preposta al fissaggio delle particelle di toner sulla carta» dice il dott. Michael Wensig, scienziato del WKI.

Per testare i risultati ottenuti e per garantire l'assenza di contaminazioni esterne, le stampanti utilizzate sono state poste in una camera di prova con un volume variabile secondo le dimensioni delle stampanti testate. Per contare le particelle e misurarne la distribuzione delle dimensioni sono stati utilizzati degli analizzatori di particelle.

I ricercatori hanno scoperto che le temperature elevate generate causano l'evaporazione di sostanze volatili come paraffina e oli di silicone che si accumulano poi nell'aria sotto forma di particelle microscopiche. Secondo quanto affermato dal team, in situazioni analoghe si creano particelle simili anche in cucina. Semplici attività domestiche come cucinare, cuocere al forno o addirittura tostare una fetta di pane possono scatenare la proliferazione di queste particelle.

Gli scienziati mettono in dubbio l'efficacia dei filtri attualmente sul mercato che dovrebbero limitare l'emissione delle particelle da parte delle stampanti. «I nostri studi dimostrano che i vari filtri esterni disponibili per le stampanti operano in modo profondamente diverso. Poiché le particelle non sono emesse da una parte specifica della stampante, ma possono essere prodotte anche dalla carta in uscita, un filtro non può che avere un'efficacia solo parziale» ha affermato il dott.Sensini.