19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Legame tra cancro della cervice e nazionalità

Ricercatori scoprono il legame tra cancro della cervice e nazionalità

I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sull'International Journal of Cancer

Una nuova scoperta del Karolinska Institutet in Svezia ha gettato nuova luce sul legame tra cancro della cervice e nazionalità. Lo studio, che comprendeva test di screening ginecologici condotti su tutte le donne dello stato nordico lungo un periodo di 40 anni, ha mostrato che la possibilità di sviluppare il cancro della cervice è maggiore per le donne immigrate che vivono in Svezia. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sull'International Journal of Cancer.

La nazionalità, comunque, non è l'unico fattore di rischio. «Esistono altri fattori di rischio, come il fumo, le abitudini sessuali e il non sottoporsi a test di screening, il che rende interessante il confronto tra l'incidenza del cancro della cervice in diversi gruppi di donne immigrate in Svezia e native svedesi,» ha spiegato il professor Pär Sparén, coordinatore dello studio.

Sulla base dei risultati dello studio, condotto dal 1968 al 2004, sono state trovate significative differenze nelle donne provenienti dagli stati nordici e dall'America centrale. I ricercatori hanno scoperto che le differenze sono legate alla variazione nell'incidenza mondiale del virus dei papillomi umani (HPV), che è un fattore di rischio chiave del cancro della cervice.

Le ricerche condotte in passato hanno mostrato che il collegamento con l'HPV funziona provocando cambiamenti nelle cellule della cervice, che possono causare lo sviluppo di una neoplasia intraepiteliale cervicale, e di conseguenza il cancro. Fino a questo momento sono stati identificati 250 tipi di HPV. Gli studi hanno scoperto che 15 di questi sono classificabili come tipi ad alto rischio; 3 come probabilmente ad alto rischio; e 12 come tipi a basso rischio.

Il corpo di 750.000 campioni era formato da donne provenienti da vari paesi, registrate nel database nazionale per la salute delle donne del Karolinska Institutet. I ricercatori hanno trovato 1991 casi di cancro della cervice nel gruppo di immigranti. Questo dato rappresenta un balzo del 10% del rischio di sviluppare il cancro della cervice. Il risultato mostra inoltre che la proporzione dei casi della malattia era più bassa tra le donne che si sono stabilite in Svezia in confronto alle donne che sono rimaste nei loro rispettivi paesi.

Nel confrontare i gruppi di immigranti, i ricercatori hanno inoltre scoperto che esiste un'ampia oscillazione. Per esempio, le donne dell'Africa orientale avevano cinque volte meno probabilità di sviluppare il cancro della cervice rispetto a donne nate in Svezia, ha affermato il team. Ma le donne dell'Asia meridionale avevano 50% di probabilità in meno di sviluppare la malattia. Le donne danesi e norvegesi avevano rispettivamente l'80% e il 70% di probabilità in più di contrarre la malattia rispetto alle donne Svedesi, mentre per le donne dell'America centrale, il rischio di sviluppare la malattia è il 150% più alto rispetto alle donne svedesi.

Questo lavoro ha inoltre mostrato che il rischio di cancro della cervice aumentava con l'età di ingresso in Svezia. Il rischio si riduceva durante il periodo di residenza nella loro nuova patria, hanno detto i ricercatori. «I risultati sono utili per una più efficace prevenzione del cancro della cervice, attraverso, per esempio, programmi di screening mirati,» ha commentato il professor Sparén. «Dobbiamo introdurre specifici test di screening per la prevenzione del cancro della cervice tra i gruppi ad alto rischio, in particolare le donne al di sopra dei 50, durante i loro primi 10 anni in Svezia.»

Il finanziamento per questo studio è stato fornito dal Consiglio svedese per la vita lavorativa e la ricerca sociale (FAS) e la Scuola nazionale di specializzazione della sanità presso il Karolinska Intitutet. Lo studio era un progetto in collaborazione con l'Università Mälardalen in Svezia e l'Università di medicina di Teheran in Iran.