Brunetta: «Def leggero? Governo non sa dove trovare risorse»
Il Deputato di Forza Italia: «Decisione illegittima e contraria alla legge di Bilancio». Bernini: «Per il Governo il Def sarà il momento della verità, irresponsabile rinviare scelte»

ROMA - «Notizie di stampa insistenti riportano la possibilità che il Governo voglia presentare un Def 'leggero', privo del quadro programmatico e composto del solo quadro tendenziale e dell'aggiornamento del quadro macro, nascondendo quindi le carte e rimandando qualsiasi decisione al prossimo autunno e, forse, al prossimo Governo». Lo scrive in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia.
Decisione del tutto illegittima
«Ricordiamo ancora una volta che una tale decisione sarebbe del tutto illegittima, contraria alla Legge di Bilancio e ai trattati europei e per nulla accettabile dalla Commissione, che non l'ha autorizzata. Sarebbe, inoltre, la dimostrazione lampante che il Governo non sa nemmeno da dove partire per trovare le risorse per affrontare la prossima Legge di Bilancio. Una incapacità che verrebbe subito punita dagli investitori Internazionali tramite un sell-off di titoli di Stato e dalle agenzie di rating, tramite un downgrade».
Bernini: Irresponsabile rinviare scelte
Per il governo sarà il Def il «momento della verità», secondo la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini. «Il debito pubblico continua a salire, la barzelletta dei 18 miliardi di privatizzazioni si dimostra tale, e incombe la manovra correttiva. Moody's ieri ha graziato l'Italia, ma solo in attesa del Def di aprile, e sarà quello il momento della verità». Spiega la Bernini: «Se il governo, come si ipotizza, presentasse davvero un guscio vuoto senza contenuti, con il solo quadro aggiornato delle stime rinviando le scelte importanti all'autunno, sarebbe una decisione temeraria e irresponsabile».
I conti non tornano
«Lo spread infatti - aggiunge - è sceso attorno a quota 240 solo grazie all'annuncio che gli stimoli all'economia della Bce non si fermeranno, non certo per merito del governo, che continua invece ad aumentare la spesa pubblica corrente per dare soldi a chi non lavora invece di tagliare le tasse. Una tattica elettorale che non tiene conto del fatto che dopo maggio arriverà il tagliando della realtà e dei conti che non tornano».
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