23 marzo 2025
Aggiornato 18:31
La richiesta di autorizzazione a procedere

Caso Diciotti, Matteo Salvini pensa di farsi processare: «Al Senato chiederò se l'Italia è diventata Repubblica giudiziaria»

Il Ministro dell'Interno in un colloquio con il Corriere della Sera, assicura di considerare l'iniziativa del tribunale dei ministri di Catania «un'assoluta sorpresa» anche se la cosa «non lo scompone di un millimetro»

Matteo Salvini, Ministro dell'Interno
Matteo Salvini, Ministro dell'Interno Foto: ANSA

ROMA - «Sono tentato di dire andiamo avanti: processatemi. Voglio vedere se si può processare un ministro perché fa quello che dice. Ma sto riflettendo sull'atteggiamento da tenere in Senato, perché questa non è una vicenda personale. Anzi, di personale non c'è nulla perché io ovviamente non mi ritengo affatto un sequestratore. Però è grave che un potere dello Stato intervenga sulle prerogative di un altro potere dello Stato. Come è possibile che un Ministro dell'Interno non possa bloccare i barconi o tutelare i confini. Per questo al Senato chiederò se siamo ormai in una Repubblica giudiziaria Ma voglio dormirci su. Sono sicuro dei Senatori della Lega, ma ora vediamo come voteranno tutti gli altri». E in ogni «chiederò al popolo italiano se devo continuare a fare il Ministro» con il loro voto alle prossime elezioni europee. Lo dice Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, per cui il Tribunale dei ministri chiede al Senato l'autorizzazione a procedere per le sue decisioni estive da ministro degli Interni sul non sbarco dei naufraghi salvati nel Mediterraneo dalla nave Diciotti.

Può un Ministro fare ciò che ha promesso agli elettori?

Salvini in un colloquio con il Corriere della Sera, assicura di considerare l'iniziativa del tribunale dei ministri di Catania «un'assoluta sorpresa» anche se la cosa «non mi scompone di un millimetro». In ogni caso, «dopo aver letto la documentazione in cui il procuratore capo di Catania aveva smontato una per una tutte le accuse dicendo che avevo esercitato il diritto-dovere di un ministro, effettivamente non me lo aspettavo. No problem». Anche perchè, «tutti i giuristi consultati mi dicono che la cosa è totalmente infondata. Perché una scelta politica, può piacere o non piacere, ma va rispettata. La domanda è: può un ministro fare ciò che ha promesso agli elettori o deve decidere qualcun altro? Non posso credere a quanti magistrati e avvocati mi abbiamo messaggiato per dirmi di andare avanti, che questa cosa non sta in piedi».

Sparate a Salvini

«Io - contrattacca il vicepremier - mi sveglio alla mattina in una città in cui si legge sui muri 'sparate a Salvini'. Non 'sparare a salve' ma 'spara a Salvini'. Stiamo inseguendo dei terroristi, non è un bel segnale». E «anche a sinistra qualcuno dovrebbe farsi un esame: tutti quegli pseudo intellettuali che non fanno che darmi del fascista, del razzista, del demonio poi rischiano di trovare menti deboli che danno loro retta». E «sto preparando una legge per cercare di tenere in galera gli spacciatori. Per evitare che in nome della piccola quantità che gli viene trovata, questi tornino in strada il giorno dopo. Per questo Ministro, si ipotizza una pena fino a quindici anni di carcere...».