Vendevano armi a Libia e Iran, arrestati tre italiani
Quattro persone, tre delle quali italiane, sono state fermate nel corso dell'indagine "Italian Job" contro il traffico internazionale di armi e di materiale dual use, di produzione straniera
NAPOLI - Avevano costituito una holding internazionale delle armi, ma il cuore della società era in Italia. Vendevano eliambulanze in Iran e Libia, che poi venivano trasformate in elicotteri da guerra. E fucili d'assalto, missili terra-aria e anticarro, prodotti dai paesi dell'ex blocco sovietico.
Italian Job
Quattro persone, tre delle quali italiane, sono state fermate nel corso dell'indagine «Italian Job» contro il traffico internazionale di armi e di materiale dual use, di produzione straniera. Dei 4 provvedimenti di fermo emessi dalla Dda partenopea i 3 riguardanti i cittadini italiani sono stati eseguiti, mentre è risultato irreperibile un cittadino libico. Ad essere fermati sono stati Andrea Pardi, 51 anni, amministratore della Società Romana Elicotteri srl, e Mario Di Leva, 69 anni, e anche la moglie Anna Maria Fontana, 63 anni, che sono stati arrestati a San Giorgio a Cremano.
Traffico internazionale di armi e di materiali dual use
Pardi è indagato per traffico internazionale di armi e traffico internazionale di materiali dual use. Secondo gli inquirenti, quest'ultimo avrebbe esportato illegalmente in Libia elicotteri militari di fabbricazione sovietica ad uso militare e materiale bellco vario. I due coniugi, per eludere i divieti internazionali, trafficavano materiali avvalendosi di società estere a loro riconducibili. L'operazione è stata condotta dal nucleo di Polizia Tributaria di Venezia nelle province di Roma, Napoli, Salerno e L'Aquila, con il coordinamento del II Reparto del Comando Generale del Corpo, la collaborazione dello Scico e dei competenti Reparti territoriali.
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