28 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Iniziativa organizzata nel carcere Pagliarelli di Palermo

Detenute-modelle per un giorno: una sfilata per la festa della donna

Si sono improvvisate modelle e hanno sfilato all'ombra delle sbarre: è successo nel carcere Pagliarelli di Palermo, dove la festa della donna è stata celebrata con un'iniziativa all'insegna della solidarietà femminile

ROMA - Un'iniziativa come poche per festeggiare la donna nel giorno della sua festa, all'insegna della solidarietà femminile. Nel carcere Pagliarelli di Palermo, la festa della donna è stata celebrata donando alle ospiti dell'istituto un momento di evasione creativa. Una sfilata di moda per ritrovare la propria femminilità, adombrata dalle sbarre, che ha coinvolto «Le pupe» del Pagliarelli, le detenute che seguono il laboratorio artigiano che produce bambole di stoffa vendute per beneficienza. La coreografia del direttore creativo Luca Lo Bosco, che ha scelto come colonna sonora pezzi italiani anni '80 e '90 che parlano di donne, ha coinvolto 27 ospiti del carcere.

«Un giorno nuovo»
A organizzare l'evento, l'associazione «Un nuovo giorno», che da 9 mesi segue il laboratorio. La stilista Marzia Madì di Gaetano: «Si sono improvvisate modelle e devo dire che, sarà stato lo spirito, la gioia, ma hanno interpretato proprio il ruolo di modella con grande entusiasmo». Sul palco si sono alternati tra gli altri la cantante Daria Biancardi, e l'armonicista Giuseppe Milici che, accompagnato dalla fisarmonica di Roberto Gervasi ha suonato «Nuovo Cinema Paradiso», omaggio al premio Oscar Ennio Morricone.

Stefania Petyx alla sfilata
Ospite d'eccezione l'inviata di Striscia la Notizia con il bassotto, Stefania Petyx, a cui le detenute hanno regalato un cane di stoffa fatto da loro. «Sono emozionanti, basta soffermarsi a guardarle in faccia e ti passa davanti tutta la loro vita, se si può dar loro per un attimo un momento di allegria, anche per un giorno, tu ti senti bene e anche loro stanno bene. E' nostro dovere portare gioia anche in posti in cui non ce ne è mai».