Fermato un terzo uomo per la morte di Desiree. Uno era stato già espulso dall'Italia
Si cerca una quarta persona. Sono ritenuti responsabili di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti, omicidio volontario
ROMA - Sarebbe stata drogata fino ad arrivare all'incoscienza, poi violentata mentre era incosciente e infine uccisa. Questa è l'ipotesi che stanno seguendo gli investigatori della polizia di Stato della squadra mobile di Roma e del commissariato San Lorenzo che indagano sull'omicidio della 16enne Desiree, la ragazza violentata e uccisa il 19 ottobre scorso nel quartiere romano di San Lorenzo. Secondo la polizia i responsabili avrebbero somministrato a Desiree sostanze stupefacenti in modo da ridurla in stato di incoscienza e ne hanno abusato sessualmente, così causandone la morte avvenuta nella notte del 19 ottobre.
Fermate tre persone
Per l'omicidio sono già state fermate tre persone: due senegalesi irregolari sul territorio e un nigeriano e proseguono le ricerche per individuare altri responsabili del delitto. Come detto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini, si cerca attivamente anche una quarta persona.
Uno dei tre era stato espulso
Secondo quanto si apprende da fonti investigative, uno dei due senegalesi fermati per il presunto stupro ed omicidio di Desiree, il 27enne Gara Mamadou, aveva un permesso di soggiorno per richiesta d'asilo scaduto ed era stato espulso con provvedimento del prefetto di Roma il 30 ottobre del 2017. Dopo il decreto di espulsione lo stesso Mamdou si era reso irreperibile ma era stato rintracciato dalla polizia a Roma il 22 luglio scorso, ed era in attesa del nulla osta dell'autorità giudiziaria per reati pendenti a suo carico.
Gli altri due fermati
Il secondo senegalese fermato, il connazionale Minteh Brian, di 43 anni, aveva invece presentato alla questura di Roma nell'agosto del 2017 istanza di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Una domanda, la sua, ancora ferma in Questura in attesa di integrazioni della documentazione. Il terzo fermato, invece, è un nigeriano di 46 anni, Chima Alinno, ed è ancora da accertare il suo status sul territorio italiano. Tutti i fermati sono ritenuti responsabili di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti, omicidio volontario. Tutti i fermi dovranno essere convalidati dal Gip.
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