18 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Giustizia

«Chi spara per difendersi non finirà più sotto processo»

Il ministro Alfonso Bonafede, in una lunga intervista alla Verità spiega come vuole riformare la giustizia. A partire dalla legittima difesa

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Roma, 17 luglio 2018
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Roma, 17 luglio 2018 Foto: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI ANSA

ROMA - Dopo Danilo Toninelli sui 'porti chiusi' ora tocca ad Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, 'bilanciare' l'asse di governo con la Lega. Questo il conto presentato da Matteo Salvini per non ostacolare (troppo) il decreto dignità. L'asse di governo sembra chiaro. Di Maio può andare avanti per la sua strada su lavoro e sviluppo economico. Salvini per la sua su immigrazione e sicurezza. Gli altri devono tenere la barra in equilibrio. Ed è quello che sta facendo, o che farà, Alfonso Bonafede su uno dei temi centrali del Carroccio: la legittima difesa. Così il ministro pentastellato ha spiegato, in un'intervista a Mario Giordano su La Verità, in cosa consisterà la sua riforma della giustizia. Che avrà sì il suo nome, ma molti dei temi saranno palesemente leghisti.

La legittima difesa
Una lunga serie di domande secche e risposte brevi. Così Alfonso Bonafede ha spiegato come sarà la 'sua' giustizia. «Il mio obiettivo è quello di far uscire la giustizia dal pantano politico». Come? «Ragionando solo nell’interesse dei cittadini». Poi si passa ai temi concreti. In cima la legittima difesa: «Voglio essere sicuro che se una persona è stata attaccata e si è difesa legittimamente, non debba anche attraversare il calvario dei tre gradi di giudizio». Quindi niente processi per chi ha sparato per difendersi. Il mantra leghista ha attecchito anche nel Movimento.

«Nessun rischio far west»
L'obiettivo è «dare ai magistrati una norma più chiara, senza zone d’ombra. Stiamo lavorando al testo». Che cosa cambierà in pratica? «Si eviterà di andare sempre a processo, come avviene oggi». Si agevoleranno le archiviazioni? «Non ho interesse ad agevolare le archiviazioni. Faremo in modo di celebrare il processo solo quando si deve celebrare». La Lega è d’accordo? «Il mondo mediatico sta cercando elementi divisivi. Invece con il ministro Matteo Salvini c’è piena sintonia su questo punto». Ma si rischia il Far West? «Non esiste. Nessun Far West, nessuna proliferazione delle armi. Ci accusano di tutto, ma anche su questo tema stiamo togliendo tutte le bandierine ideologiche».