Lazio, Zingaretti tra mozione di sfiducia e intesa con M5S
Alla fine la mozione di sfiducia promessa da Fratelli d’Italia è arrivata, appoggiata da Pirozzi. Lombardi concede fiducia al governatore
ROMA - La mozione di sfiducia al presidente Zingaretti, alla fine, è stata protocollata e depositata dal gruppo alla Regione Lazio di Fratelli d’Italia. «Non ci sono le premesse per avviare una legislatura regionale che si occupi dei cittadini e del territorio» hanno fatto sapere il capogruppo Fabrizio Ghera e i consiglieri regionali Giancarlo Righini e Chiara Colosimo. La mozione di sfiducia ha trovato il sostegno del sindaco di Amatrice eletto alla Pisana, Sergio Pirozzi: «Giochiamo a carte scoperte: se centrodestra è centrodestra sia opposizione, firmiamo la mozione di sfiducia. Se il M5s è alternativo, un gesto di serietà».
«Mancano i numeri»
Di fatto, secondo gli esponenti di Fdi, mancano concretamente i numeri per governare e viste le numerose emergenze da fronteggiare – «peraltro non risolte dall'ultima consiliatura sempre targata Zingaretti» - va da sé che la Regione non può permettersi picchi di instabilità. «Del resto – proseguono da Fratelli d’Italia – le dichiarazioni e i vari interventi del neo presidente non danno rassicurazione sui tempi in merito a come affrontare questo momento di grande incertezza. Sanità, rifiuti, trasporto pubblico, commercio sono temi importanti sui quali non ci sembra vi siano proposte di merito, temi che andrebbero scandagliati e che invece sono stati lasciati appesi dalla precedente amministrazione regionale». Pirozzi sembra appoggiare l’iniziativa: «Si approva il bilancio per far funzionare un minimo la Regione e il giorno dopo andiamo tutti a casa. Mi sono candidato soprattutto per salvare la mia terra – ha specificato il sindaco di Amatrice – per questo voglio sapere chi sta con Zingaretti e faro' le mie valutazioni. Certamente io non ci sto, perche' sono opposizione».
M5S in soccorso di Zingaretti?
A salvare il governo regionale targato Zingaretti-bis potrebbe arrivare il sostegno dei Cinquestelle. Il governo del Lazio nel quinquennio passato è stato «inadeguato», ha sottolineato Roberta Lombardi nel suo discorso alla Pisana: sembra che i cittadini laziali, però, secondo la consigliera M5S, la pensino diversamente a giudicare dai risultati elettorali. E così, «il Movimento è pronto a lavorare per il bene della Regione, a patto che venga ribadita la ‘centralità legislativa’ del Consiglio e delle commissioni». La Lombardi, però, specifica che non si tratta di «fiducia in bianco», ma della disponibilità a convergere su questioni pratiche con la verifica a breve scadenza dell'efficacia di questa politica. «L'interesse pubblico – ha sottolineato – deve rimanere preminente, perché ad esempio un modello di privatizzazione della sanità come quello lombardo non incontrerà mai il favore del Movimento».
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