29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Non è una parata unita e serena

2 giugno, decine di sindaci terremotati disertano la Parata

Non è una parata unita e serena, quella di oggi: perché, tra i circa 400 sindaci che hanno sfilato in via dei Fori imperiali, mancavano decine di primi cittadini delle zone terremotate. Che, tutta questa voglia di festeggiare, proprio non ce l'hanno

Sindaci alla Parata del 2 giugno
Sindaci alla Parata del 2 giugno Foto: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI ANSA

ROMA - Con circa 400 sindaci, e in prima fila quelli delle zone colpite dal terremoto, è iniziata la parata per il 71/o anniversario della Repubblica. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha raggiunto via del Fori Imperiali a bordo della Lancia Flaminia scoperta che viene tradizionalmente usata in questa occasione, e ha preso posto sul palco presidenziale dove sono presenti tutte le massime autorità dello Stato. Ma non si può dire che la parata sarà segno di armonia e unità. Perché decine di sindaci delle zone terremotate hanno scelto di non partecipare all'iniziativa, perché loro, in fondo, dalla politica non si sentono poi così aiutati. 

2 giugno tra le macerie
E' dunque presente Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, non solo alla Parata ma anche al ricevimento ai giardini del Quirinale. Assente invece il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci: «Il mio 2 giugno sarà qui, è giusto trascorrere dove le macerie sono ancora intatte la festa della Repubblica, non dove ci hanno dimenticati»  ha detto.

Oltre le parate
E ancora, ha partecipato alla Parata il sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci, ma non quello di Visso, né quello di Camerino, altri due comuni duramente provati dal terremoto. Il primo cittadino di Camerino, Gianluca Pasqui, è alle prese con grandi difficoltà: in un grande centro come il suo solo da poco hanno iniziato a spostare le macerie. «A Roma? La parata? No, sono andato oggi a Roma per incontri istituzionali, lasciamo perdere le parate», ha risposto ai giornalisti con amarezza. L'amarezza di un italiano coraggioso che, al di là delle pompose manifestazioni, lavora ogni giorno a testa bassa per superare le difficoltà. Anche laddove le istituzioni, troppo spesso, latitano.